È inutile girarci intorno, solo a Melbourne sapremo con certezza chi è che quest'inverno ha lavorato meglio degli altri. Nei test invernali si hanno solo tre informazioni: che tempo ha fatto Mister X, con quali gomme lo ha fatto e quanti chilometri ha percorso. Stop. Con questi tre dati alla mano, cosa possiamo affermare con certezza su Mister X? Un accidenti di niente. In altre parole, il potenziale di Mister X e della sua Monoposto Y, lo conosceremo solo quando egli sarà obbligato a mettere in pista tutte le risorse del pacchetto a propia disposizione. Non altrove che in qualifica e in gara. Tuttavia ciò che, a mio modesto avviso, rappresenta l'unica cosa bella della F1 contemporanea rispetto a quella del passato, è proprio la formula dei test invernali. Certo, come a molti di voi, neanche a me piace che protagonisti assoluti di quest'epoca siano le gallerie del vento e i simulatori, che i piloti si fidino di più della telemetria che dei rispettivi fondoschiena per capire la macchina, però a me la formula  "si prova tutti insieme, e per soli 12 gioni" - simbolo della contemporaneità in questo sport - piace molto. Se non altro, so che le scuderie hanno poco tempo, che prima o poi dovranno tutte effettuare gli stessi rilevamenti e che sono tutte costrette a girare sullo stesso tracciato. In queste circostanze mi sento "moralmente" un pò più autorizzato ad azzardare previsioni e paragoni. Potranno rivelarsi sbagliati, ma mi sento in una posizione decisamente più confortevole rispetto a chi, per dovere di informazione sportiva, con lo stesso inevitabile livello di ignoranza circa l'effettivo lavoro dalle scuderie, è stato costretto a lanciarsi nel paragone tra due macchine, di cui la prima girava a Fiorano e l'altra, che so, a Silverstone.

DAY 4. Detto questo, parliamo brevemente di cosa è successo ieri. Al di là del misterioso incidente capitato a Fernando Alonso (leggi qui) sul quale in queste ore sta prendendo corpo la tesi - per la verità preoccupante - che il pilota spagnolo sia stato vittima di una scossa generata dai sistemi elettrici della MP4-30 perdendo momentaneamente conoscenza (anche se la McLaren continua a parlare di "normale incidente di prova", ndr.) e sul quale si farà maggior chiarezza nei prossimi giorni, si registra il miglior tempo di Romain Grosjean su Lotus: 1.24.063 su gomma supersoft che equivale alla migliore prestazione dell'intera quattro giorni, almeno in termini cronometrici. Già perchè dietro al francese c'è Nico Rosberg, formalmente secondo con il tempo di 1.24.321. Perchè "formalmente"? Perchè il vice campione del mondo ha realizzato il suo tempo con gomma media. Senza "se" e senza "ma" è questa la prestazione del giorno, anzi, dell'inverno, almeno finora. Basta questo giro per chiarire i dubbi, se mai esistesse qualcuno a cui residuassero, sul fatto che la Mercedes sia ancora - e con un bel margine - la squadra da battere. Ma entriamo più nello specifico.

1.24. Sebbene Grosjean sia andato vicino al riuscirci, nessuno è sceso al di sotto del muro dell'1.24 (che, per inciso, è di un secondo più rapido rispetto alla pole position 2014, ndr.). Sempre al netto dei carichi di benzina (ignoti), nella classifica generale dei tempi troviamo 11 piloti capaci di girare, decimo più decimo meno, in 1.24. Di questi 11, 6 ci sono riusciti senza montare la gomma più performante, vale a dire la supersoft: in ordine sparso Daniel Ricciardo, Daniil Kvyat, Kimi Raikkonen, Nico Rosberg e Lewis Hamilton e Felipe Massa. Tutti hanno girato in 1.24 utilizzando le soft, tranne i due della Mercedes i quali hanno utilizzato le medium. In sostanza, la classifica dei tempi, in estrema approssimazione dovrebbe aver evidenziato la seguente gerarchia: Mercedes davanti a tutti (incontrastata) e dietro Red Bull, Ferrari e Williams, vicinissime tra loro, a giocarsi il ruolo di seconda forza del campionato.

FERRARI. Delle 4 scuderie citate poc'anzi, 3 sono sostanzialmente nella posizione che a gennaio ci saremmo aspettati sarebbero state. Una invece rappresenta una piacevole sorpresa. Nessuno al mondo si sarebbe aspettato segnali così promettenti dalla Ferrari SF15-T. Se qualcuno a Jerez aveva "spalancato gli occhi" dopo averla vista in azione, non soprenda che qualcun'altro abbia spalancato addirittura la bocca osservando la velocità in curva della Rossa sul circuito catalano. Poco importa che ieri Vettel non sia andato oltre il settimo tempo. Nei propri long-run effettutati presumibilmente con un discreto carico di carburante, il passo del neo-ferrarista è stato notevole, perfettamente in linea con quello Red Bull e anche migliore di quello Williams. Ad essere onesti la Scuderia sembra aver dedicato al fuoriclasse tedesco un lavoro meno orientato alla prestazione pura rispetto a quello toccato al compagno di squadra finlandese. È infatti nei giorni in cui stato impegnato Kimi Raikkonen che emergono i dati più interessanti. L'1.25.1 realizzato giovedì, al primo giono di lavoro sul Circuit de Catalunya, non è stato il più veloce realizzato dal Cavallino in questa sessione, ma è stato realizzato con copertura media. Cosa significa? Che già al primo giorno di lavoro, e senza ricorrere alla copertura soft, la SF15-T è stata più veloce della pole position 2014 di Hamliton e ben 2 secondi abbondanti più rapida della prestazione in qualifica della vecchia F14T nel GP di Spagna dello scorso anno. Posto che Pirelli afferma che la gomma media sia un secondo più lenta rispetto alla soft, la matematica giustifica la buona atmosfera che si respira in questi giorni nel box del Cavallino Rampante.

KEEP CALM &..?. Con l'incidente di Alonso nella giornata di domenica, McLaren chiude "in bruttezza" la quattro giorni di Barcellona. Solo 124 giri in totale e intere ore trascorse con la MP4-30 bloccata ai box da problemi di affidabilità. Nonostante questo i vertici del team di Woking fanno sapere di non essere assolutamente preoccupati dalle performance della propria monoposto e, al contrario, si aspettano una stagione positiva. Le basi sulle quali la McLaren fonda questa sicurezza, dopo quanto mostrato nei test finora, noi ingenui disinformati non riusciamo a intravederle nemmeno con il più potente dei cannocchiali.

IL NUOVO CHE AVANZA. Così come era già accaduto a Jerez, a Barcellona i giovani debuttanti - sia titolari che riserve - hanno ben figurato. Bene Palmer, Sainz jr. e Nasr. Benissimo Wehrlein, se non dal punto di vista cronometrico, sicuramente nella bravura di affrontare un doppio debutto nella giornata di giovedì: Force India al mattino e Mercedes (in sostituzione di Hamilton) nel pomeriggio. Straordinario Max Verstappen. L'uomo, anzi il ragazzo, più atteso dell'anno sta rapidamente allontanando tutti i dubbi che la sua giovane età (17 anni) aveva - anche legittimamente - contribuito ad alimentare tra gli addetti ai lavori. Invece il teenager sembra già essere, nonostante i molteplici salti di categorie, un decente pilota di Formula 1. Il sesto tempo generale, gli oltre 200 giri portati a termine e, soprattutto, gli 0 errori commessi parlano per lui. Visto lo spirito di questo articolo, possiamo azzardarci a dire di essere in presenza di una futura stella...