Domenica a Melbourne, in Australia, sul circuito di Albert Park, scatterà il Campionato del Mondo di Formula Uno 2015. Riprenderà la caccia alle Mercedes, che restano le favorite per l'iride. I tifosi italiani sperano che quello piloti dopo 8 anni ritorni a Maranello, non importa se con Vettel o con Kimi Raikkonen. Sarà la pista, nel suo ruolo di giudice sovrano, a dirci la verità. Di sicuro una cosa è certa, tutti si augurano di vedere maggiori emozioni, sorpassi, incertezza fino alla bandiera a scacchi.

Purtroppo da molti anni invece, citando Giacomo Leopardi, nel Circus incombe la nebbia di tedio. Deve far riflettere la questione che molti ricordano con nostaglia piloti come: Senna, Prost, Mansell, Schumacher, Villeneuve, Arnoux, Hunt, Lauda, Regazzoni. Ancor di più deve far pensare il grande successo di pubblico del film Rush. Bernie Ecclestone pare invece concentrato solo sui suoi interessi.

Intanto l'Italia oltre a non avere piloti al via, rischia seriamente di perdere il Gran Premio di Monza. L'impianto brianzolo detiene assieme a Indianapolis e Brooklands il primato di longevità. Per il nostro paese sarebbe un altro vulnus tremendo, dopo quello di Imola, seppur si trattava del Gran Premio di San Marino. Perdere gare come Monza, Spa e Montecarlo, vorrebbe dire una Formula Uno monca. Andrebbe pure migliorata la gestione della comunicazione, i rapporti con i tifosi.

Su questo bisognerebbe imparare dagli Usa. Ad esempio nel campionato NASCAR, dove si gareggia ogni weekend, i piloti si concedono ai fans durante la sessione autografi. Affinchè il pubblico ritorni ad appassionarsi alla Formula Uno ci vogliono argomenti validi per suscitare interesse. Bernie Ecclestone e gli altri capiranno o insisteranno nel restare sordi?