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Formula 1, parla il padre di Jules Bianchi: “Sono sempre meno ottimista”

Nuove dichiarazioni di Philippe Bianchi, che ha parlato con France Info sulle condizioni del figlio a nove mesi dal pauroso incidente a Suzuka.

Formula 1, parla il padre di Jules Bianchi: “Sono sempre meno ottimista”
foto: Reuters
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Di Lorenza D Adderio

Torna di nuovo a parlare Philippe Bianchi, il padre di Jules, lo sfortunato pilota della Marussia. In coma dallo scorso 5 ottobre dopo un tragico incidente a Suzuka durante il Gran Premio del Giappone, Bianchi è su un letto d’ospedale all’ospedale di Nizza, circondato dall’affetto dei suoi cari. Ma se qualche mese fa le speranze erano, con il tempo si sono affievolite. France Info ha incontrato il padre di Jules Bianchi, che ancora una volta ha raccontato la loro lotta quotidiana, il dramma che l’intera famiglia vive ormai da nove mesi.

Non è ottimista Philippe Bianchi, che sfoga il dolore di una realtà che lascia poco spazio alle speranze: “È insopportabile, è una tortura quotidiana. A volte ho l’impressione di diventare folle, perché per me è sicuramente più terribile rispetto al fatto che fosse morto nell’incidente. Questo perché non si ha il potere di aiutarlo, non si può fare più di quel che si sta facendo. In genere, i progressi dovrebbero esserci nei primi 6 mesi. Ne sono passati 9 e Jules non si è ancora svegliato e non ha ancora fatto dei progressi significativi. Il tempo passa e sono sempre meno ottimista rispetto a due o tre mesi dopo l’incidente, quando potevamo aspettarci un’evoluzione”.

Nessuna evoluzione dunque da quando trapelò la notizia del miglioramento. Jules stringe la mano ai suoi cari, ma questo Philippe Bianchi non lo prende come un segnale incoraggiante: “Quando si è in una situazione come questa ci si aggrappa a tutto. È dura svegliarsi la mattina dicendoti che non è sicuro se tuo figlio sopravviverà…ed è così tutti i giorni. Ad un certo punto bisogna anche tenere i piedi per terra e rendersi conto della gravità della situazione”.

Il dolore di un genitore impotente di fronte alla sofferenza di un figlio: papà Bianchi racconta Jules prima dell’incidente: “Avevamo un figlio estremamente brillante, che viveva della sua passione, che viaggiava in tutto il mondo e da un giorno all’altro questo figlio che sentivamo tutti i giorni al telefono si ritrova su un letto d’ospedale tra la vita e la morte. Siamo convinti che avere degli handicap evidenti non è affatto quello che Jules vorrebbe. Ne avevamo parlato. Ci aveva detto che se un giorno gli fosse capitato un incidente simile a quello di Michael Schumacher e non fosse più riuscito a guidare, sarebbe stato molto difficile vivere. Perché guidare era la sua vita”.

Ma la famiglia Bianchi non si arrende, forte anche del sostegno dei tifosi. #ForzaJules campeggia sui social di piloti e appassionati, che continuano a ricordarlo. Le due parole sono ormai presenti anche sull’avambraccio di papà Bianchi, che oggi mostra il tatuaggio simbolo del sostegno incondizionato di tutti. Come sempre, Philippe spende parole di ringraziamento nei confronti di chi dimostra affetto e offre il proprio sostegno a Jules Bianchi attraverso messaggi inviati direttamente alla famiglia: “Ci scusiamo, perché abbiamo ricevuto tantissimi tanti messaggi che non siamo ancora riusciti a rispondere a tutti. Ma sentiamo comunque il vostro sostegno e questo dà tantissima energia sia a noi che a Jules”.