L’Hungaroring per ripartire. La Toro Rosso arriva sul circuito magiaro decisa a riscattare il doppio ritiro patito a Silverstone, con Verstappen in testacoda nelle prime fasi di gara e Sainz fermato da un problema elettrico che ha ammutolito la vettura sulla linea del traguardo.

Come spesso è accaduto in questa prima metà di stagione, la scuderia di Faenza si è persa per strada, senza riuscire a capitalizzare il buon potenziale messo in mostra dalla STR10 e dai suoi piloti. La classifica langue: solo 19 punti in carniere valgono al momento l’ottavo posto davanti a Honda e Marussia, alle spalle di team di pari risorse e ambizioni come Sauber, Lotus e Force India, con cui potrebbe e dovrebbe giocarsela. Una posizione che non riflette il reale valore della squadra, dotata di un organico sì giovane ma con grandi riserve di idee e talento, capace a più riprese di precedere in gara i cugini ricchi della RedBull.

Il bilancio insoddisfacente delle prime nove gare è imputabile a una combinazione di fattori tecnici, umani e contingenti, dimostrando come ogni area sia suscettibile di miglioramenti, a partire dagli automatismi di squadra. Pit stop difettosi hanno rallentato Sainz in Australia e Spagna precludendogli punti pesanti, poi Verstappen a Monaco, col 17enne indotto all’errore dalla foga di rimonta.

Il tallone d’Achille è stata certamente l’affidabilità della monoposto, compromessa da una power unit Renault fragile e in cronico debito di cavalli. Un handicap pesante in piste come Malesia, Cina, Bahrein, Canada e Austria, dove le doti telaistiche della STR10 emerse nel misto hanno faticato a mascherare il gap di potenza e velocità massima accusato nei lunghi rettilinei. Alle contro-prestazioni dell'unità francese vanno aggiunte le rotture in sequenza di Australia, Cina, Bahrein (doppio ritiro), Austria e Silverstone, quasi sempre ascrivibili ad avarie della MGU-H, la parte elettrica.

L’inesperienza della line-up ha avuto invece un peso minore. Sainz e Verstappen si sono fatti valere mostrandosi da subito all’altezza della massima categoria, malgrado le aspettative pressanti e la giovane età. Seguiti dall’ombra paterna di Carlos Sr. e Jos, si sono equivalsi nelle prestazioni, evidenziando personalità e una condotta di gara aggressiva unita a una scarsa propensione all’errore, eccettuate poche, fisiologiche sbavature.

Il botto di Monaco che ha visto protagonista l’olandesino volante è sì figlio di inesperienza e una certa voglia di strafare, ma denota la fiducia nei propri mezzi dei grandi campioni, nella ricerca del limite e, ovvio, del massimo traguardo possibile. Una qualità che nel Principato gli è costata il ritiro e la tirata d’orecchie di alcuni colleghi (vero Massa?) ma che in futuro potrebbe rivelarsi vincente.

Sainz Jr ha pasticciato in Cina, girandosi nelle fasi iniziali, e a Monaco, dove la partenza dalla pit lane, inflittagli per aver mancato le operazioni di peso al termine della Q1, ne ha compromesso la corsa. Tuttavia il madrileno non ha subìto il confronto, anzi; pur essendo meno reclamizzato del compagno lo sopravanza in qualifica (4-3, tenendo conto delle penalità) e nei piazzamenti di gara (5-2 al netto dei ritiri), sebbene la classifica reciti 10 punti a 9 in favore dell’olandese.

I due si rispettano e si temono, com’è giusto che sia; hanno una buona intesa fuori e dentro le piste, dove collaborano allo sviluppo della monoposto, ma sanno che vincere il duello interno è il primo viatico per garantirsi le attenzioni e il sedile di un top team, RedBull in primis. La lotta proseguirà serrata, a partire proprio dall’Hungaroring, tracciato guidato ad alto carico che premia il grip meccanico e un telaio efficiente, sulla carta adattissimo alla Toro Rosso.

I due rookies ci hanno già corso nelle formule minori, dunque lo conoscono bene e non pagheranno lo scotto del debutto. Lo spagnolo è anche salito sul podio nel 2013 nella sprint race della GP3. Per il 20enne madrileno altri due weekend con la Wsr nel 2013 e 2014, con un quarto posto dodici mesi fa quale miglior risultato. "Mi piace correre all'Hungaroring. È un circuito che conosco abbastanza bene perché ci ho corso in diverse occasioni nelle categorie giovanili, cogliendo anche qualche podio. È certamente una delle storiche piste europee dove tutti amano andare!”, afferma Sainz Jr, sicuro di poter essere competitivo. “Penso che la nostra vettura possa adattarsi bene alle caratteristiche di questo circuito, quindi non vedo l'ora che arrivi il fine settimana. Le alte temperature, sia dell'aria che del tracciato, rappresentano anche una grande sfida dal punto di vista fisico, per cui mi sono allenato duramente in condizioni di caldo. Guidare all'Hungaroring è davvero divertente: la sua natura stretta e tortuosa non ti dà proprio tempo per rilassarti durante il giro, perché non ci sono veri e propri rettilinei".

Mai sul podio invece Verstappen, che nel 2014 chiuse le tre gare di Formula 3 con un ritiro, un 16° e un 4° posto. Il diciassettenne condivide l’entusiasmo del compagno rimarcando l’importanza cruciale della qualifica: "Ho già corso sul tortuoso tracciato dell'Hungaroring in Formula 3. Non vedo l'ora di affrontarlo su una vettura di F1; penso che sia un circuito adatto alla nostra vettura e sono ottimista, possiamo lottare per un buon risultato. Questo potrebbe essere una delle nostre migliori gare della stagione. La qualifica sarà un fattore chiave del fine settimana, perché in Ungheria è sempre molto difficile superare durante la gara. Ma, come sempre, farò del mio meglio e tenterò di sorpassare ogni volta che si presenterà l'occasione”. Infine una nota su Budapest: “Ho visto un po' la città: è uno dei luoghi più belli tra quelli che visitiamo. Dopo questa gara, avremo la pausa estiva: ma io guardo già avanti: preferirei avere altre tre gare, piuttosto che tre settimane di riposo!".