Una pista stretta e scivolosa ed un clima torrido. È questa la sintesi delle sensazioni che accompagnano i piloti di Formula 1 nell'abitacolo delle rispettive macchine quando si accendono i motori del weekend ungherese. La guida all'Hungaroring è molto complicata, per via della convergenza di molteplici fattori. Fattori ambientali, tanto per cominciare, poichè il Gp d'Ungheria si tiene solitamente a metà estate, in una città, quella di Budapest, soggetta al clima continentale dell'Europa centrale. Inoltre c'è l'atavico problema dello scarso grip. Il circuito infatti, non solo è poco utilizzato durante l'anno, ma è anche posizionato su una collina alla periferia di Budapest dove il vento trasporta lo sporco in pista. In tali circostanze, il tracciato si distingue per essere particolarmente lento al venerdì per poi avere un massiccio miglioramento nel prosieguo del weekend, man mano che aumenta la gommatura dell'asfalto.

IL CIRCUITO. Innaugurato nel 1986, l'Hungaroring fu edificato con lo scopo di portare il circus della Formula 1 al di là della Cortina di Ferro. 16 curve in 4381 metri di asfalto insoltamente stretto per una pista di F1, lo fanno apparire quasi come un kartodromo a cospetto dei circuiti più moderni, tuttavia la gara ungherese non è mai stata avara di momenti emozionanti: si ricordi, per citarne uno cronologicamente vicino, la vittoria di Daniel Ricciardo l'anno scorso, con l'australiano che sorpassò Hamilton e Alonso (con gomme al limite) al penultimo giro.

IL GIRO. Acquisita la massima accelerazione possibile dopo il tornante finale, ci si lancia sul rettilineo dei box (zona DRS) in fondo al quale si arriva ad oltre 310 km/h e si usa il cartello dei 150 metri come riferimento per la staccata di curva 1. Si scala in terza e si cerca un'uscita veloce in direzione del curvone a destra che segue (si affronta in pieno). Frenata al cartello dei 50 metri e curva 2 a sinistra in quarta marcia. Quì si sacrifica molto l'uscita restando a centro pista per impostare il cambio di direzione in curva 3, che si affronta in piena accelerazione. Segue un altro rettilineo che conduce alla velocissima curva 4, una piega a sinistra che si affronta in quinta marcia sfruttando tutto il cordolo in uscita. Si cerca di guadagnare immediatamente il lato sinistro della pista per affrontare la curva 5 che giunge immediatamente a destra e richiede una forte frenata con scalata in quarta marcia. Dopo un breve rettilineo si giunge alla chicane di curve 6 e 7 dove i piloti non abusano dei cordoli interni per non compromettere l'equilibrio della vettura. Si esce forte dalla chicane e si giunge alla curva 8 a sinistra dove, similmente all'uscita della 2, si sacrifica la velocità di uscita non andando oltre il centro pista per impostare la successiva curva 9 a destra. Segue la "S" delle curve 10 e 11 che si affrontano velocemente in quinta marcia, in pieno quando la pista è gommata, c'è poi la frenata per affrontare la curva 12 a destra. Segue il rettilineo in discesa verso la staccata della curva 13: riferimento per la frenata il cartello dei 100 metri e scalata in terza. Breve accelerazione verso gli ultimi due tornanti: nella penultima curva (dove c'è il detection point) è importante tornare presto sul gas per affrontare l'ultimo piccolo rettilineo prima del tornante finale. Quì si scala in terza marcia cercando di ritardare l'apice della curva per avere un'uscita che meglio prepari al rettilineo dei box.




R.I.P. Jules