Feliz cumpleaños Fernando, fanno 34.

Una data importante omaggiata via tweet anche dagli ex compagni, ora rivali della Ferrari, bersagli recenti di frecciate polemiche che adesso però tiene a smorzare: “Sono stati cinque anni molto migliori di quello che adesso si cerca di vendere, come cinque anni da incubo. Sono stati cinque anni meravigliosi, tre volte vice campione, 11 vittorie, 44 podi. Sarà difficile ripeterli in futuro”.

Tempo di bilanci, dunque, di somme e sottrazioni: una carriera invidiabile, due mondiali in bacheca, il rispetto ossequioso dei colleghi e una scommessa da vincere. Una F1 che, aldilà dei risultati, non lo entusiasma e potrebbe spingerlo verso nuove sfide, LeMans in primis, dove la Porsche lo attende a braccia aperte: “Oggi la F1 è molto diversa - dice Alonso – rispetto a quanto non fosse in un recente passato. Meno eccitante perché siamo solo 3″ più veloci delle GP2. Ma il quadro complessivo è meno entusiasmante, per l’impossibilità di potere fare dei test, per via delle attuali gomme, per tutte le limitazioni che ci sono e per lo stesso calendario (si riferisce alle 21 gare n.d.r)”. 

Poi accenna alla possibilità di cambiare: “La tentazione per fare qualche cosa di diverso perciò esiste. Prima era più divertente, ma non perché adesso abbiamo più sensori o informazioni. C’era più libertà per modificare la vettura, farla evolvere nel corso della stagione. Magari all’inizio la vettura non era competitiva, ma grazie ai test le cose potevano cambiare nella seconda parte. Ora invece la Mercedes vince tutte le corse e la Manor è sempre l’ultima. Di fatto abbiamo le mani legate. Quando una vettura nuova debutta nei primi test a Jerez è come buttare per aria la monetina. Se è subito competitiva, avrai una buona stagione, se invece non lo è, la tua stagione sarà cattiva”.

Il 2015, finora avaro di soddisfazioni, gli ha concesso una boccata di ossigeno sul circuito amico dell’Hungaroring: dopo la piazza d’onore colta l’anno scorso alla guida di una rossa mai al pari del suo talento, Fernando ha artigliato il miglior risultato stagionale, un quinto posto che profuma d’impresa e gli consente di rilanciarsi in vista delle restanti corse. Certo, un omaggio delle circostanze, ma anche una prova di tempismo e mordente da pilota di classe superiore, capace di sfruttare al meglio le poche chance a disposizione; un palliativo, per uno abituato a ben altri traguardi, pur sempre importante per ritrovare stimoli e fiducia. Ed anche, perché no, una piccola rivincita su certa parte di tifosi e stampa che ne avevano criticato scelte e resa in pista.

Alonso è uomo pragmatico, sa che non esistono, al momento, le premesse per una seconda metà di stagione da protagonista. La Mclaren, azzoppata dalla power unit Honda, è ancora troppo acerba e fragile per sognare in grande, se ne riparlerà il prossimo anno. Per adesso conta sviluppare, crescere e puntare a qualche arrivo di tappa, magari a Singapore o Sochi, piste che meglio si addicono alla sua monoposto.

L'asturiano crede nel progetto: “Sono contendo della macchina, della filosofia dietro il suo sviluppo e dei passi successivi che arriveranno” - ha dichiarato a Formula1.com - “Sono contento dei progressi della Honda […]. Siamo partiti da zero e sfortunatamente in questo sport non c’è tempo da perdere. Vorremmo tutto e in fretta, ma non sta accadendo: la cosa importante è non demoralizzarsi e continuare a lavorare nella stessa direzione. Abbiamo il talento, le risorse e l’impegno: è una questione di tempo”.

Al rientro dalla pausa estiva è atteso da Spa e Monza, due gare in salita malgrado gli aggiornamenti previsti sulla power unit, dopodiché sembrano profilarsi prospettive migliori: “Credo che la seconda parte dell’anno mostrerà una McLaren del tutto diversa, molto più competitiva. I passi che stiamo per compiere sono piuttosto grandi. Credo che saremo molto più vicini ai piloti al vertice nella seconda parte del campionato”.

Nel frattempo, tanti auguri Fernando.