Max Verstappen è solo un deb in F1 ma da molti è ritenuto un predestinato.

Approdato all’apice del motorsport bruciando le tappe - il fisiologico apprendistato in karting e appena un anno di Formula 3 -, ha già raccolto piazzamenti di spessore, l’ultimo dei quali il 4° posto in Ungheria, miglior risultato in carriera.

Il ragazzo ha stoffa e, malgrado abbia ancora tutto da dimostrare, è già abituato a paragoni illustri. Basta una rapida ricerca nel web per constatarlo: ex-piloti e talent scout come Robert Doornbos, Martin Brundle e Helmut Marko hanno scomodato nomi pesanti, accostandolo di volta in volta ai mostri sacri Senna e Schumacher per la sua capacità di andare al limite senza commettere errori; o quasi, visti gli epiloghi di Monaco e Silverstone.

L’ultima voce in capitolo giunge dal (suo) boss della Toro Rosso, Franz Tost che lo ha definito “nel modo di pensare, lavorare e concentrarsi del tutto simile a Sebastian Vettel, ma per irriverenza senza scivolare nell’arroganza a Stefan Bellof”.

Intanto Verstappen parla di sé e dell’impegno profuso in F1: “Non posso dire che mi manchi nulla della vita di un diciassettenne, comunque per il momento nella mia testa ci sono solo le corse – ha dichiarato alla Bild Am Sonntag – Mi alleno dalle 8 alle 18 e mi alterno tra palestra, simulatore e colloqui con ingegneri e team”.

Non manca una punta di pessimismo per il prossimo Gp in calendario sulla pista di Spa-Francorchamps: “L’unica cosa che mi dispiace è che difficilmente potremo entrare in zona punti. Purtroppo Spa è circuito che presenta diversi lunghi rettilinei, il che è penalizzante per la mia STR10”.

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