La Formula1 è un po’ l’iperbole sportiva della lotta di classe: a un’élite di potenti, spinta da budget faraonici, organici di primo livello e strutture all’avanguardia, si contrappone la classe subalterna dei team medio-piccoli, strozzati dalla crisi e dal gigantismo della regina del motorsport.

Da una parte l’oligarchia di Ferrari, Mercedes, Red Bull e Honda che, in virtù del loro peso politico e commerciale, orientano la politica sportiva spartendosi la fetta maggiore degli introiti generati dal business; dall’altra le ristrettezze di Williams, Toro Rosso, Sauber, Lotus, Force India e Manor, impegnate – seppur in misura diversa - in una quotidiana lotta per la propria sopravvivenza con mezzi di gran lunga inferiori.

La sperequazione rende complicato impensierire le grandi potenze, ma ogni tanto capita che le gerarchie saltino e le cenerentole del mondiale riescano a prendersi soddisfazioni e bonus vitali al prosieguo (talvolta al completamento) della stagione.

E’ il caso della Lotus che, col terzo posto meritato – guai di Vettel permettendo – di Spa, si è assicurata una boccata d’ossigeno preziosa. Un podio che vale una vittoria perché colto alle spalle delle imprendibili Mercedes e che la catapulta di botto alla quinta piazza della classifica costruttori; un risultato tanto insperato quanto vitale per le casse del team, afflitto da problemi finanziari che ne hanno condizionato la stagione, costringendolo a un vero e proprio stato di emergenza.

Alan Permane, direttore delle operazioni in pista, sintetizza così l’annus horribilis della scuderia: “E’ la peggior stagione dal punto di vista economico mai vissuta dalla Lotus. Ogni weekend mettere le macchina in pista è una corsa contro il tempo, e non solo”.

Prima le pendenze con X-Trac, l’azienda specializzata nella costruzione degli ingranaggi del cambio che l’aveva citata in tribunale. Poi quelle con Pirelli per la fornitura degli pneumatici, che han rischiato di far saltare al team le prove libere 1 in Ungheria: una situazione imbarazzante, sbloccata in extremis grazie alla provvidenziale mediazione di Federico Gastaldi, vice team principal del team, che riuscì a dimostrare l’avvenuto pagamento nel corso della notte. Adesso la vertenza promossa dall’ex-collaudatore Charles Pic per inadempienze contrattuali (leggasi economiche) che ha portato al provvisorio sequestro del materiale del team, tutt’ora bloccato in Belgio.

La monoposto è stata la prima a farne le spese: la E23 è sostanzialmente la stessa auto che ha debuttato a Melbourne, fatti salvi i piccoli aggiornamenti introdotti proprio a Spa. La pressoché totale mancanza di fondi ha costretto a interrompere lo sviluppo aerodinamico per quasi due mesi e anche il materiale tecnico è stato ristretto all’essenziale. Tre soli cambi a disposizione per l’intera stagione - contro i 5/6 delle altre squadre -, significano l’obbligo di impiegare la stessa unità per prove e gara, aumentando di conseguenza il rischio di cedimento: ciò che è in effetti avvenuto nelle libere di Spa, costringendo i tecnici Lotus alla riparazione – piuttosto che la semplice sostituzione -, costata poi cinque posizioni in griglia a Grosjean.

L’ala nuova anteriore è la prima novità dell’anno. Con gli sviluppi giusti questa macchina poteva darci delle grandissime soddisfazioni come accaduto qui a Spa”, ha proseguito Permane non senza una punta di amarezza.

Ora l’ancora di salvezza si chiama Renault. La casa francese ha intenzione di tornare in Formula1 in prima persona, non più come semplice fornitore di propulsori ma in qualità di costruttore; e per farlo sarebbe intenzionata a rilevare proprio il team Lotus. Il condizionale è d’obbligo perché le trattative sono in corso.

Sarebbe fantastico avere di nuovo alle spalle la Renault. Essere la squadra di un costruttore ovviamente ti mette al sicuro da penurie di ricambi e sviluppi, anche se devo dire che ci siamo trovati molto bene con la power unit Mercedes. Il sogno sarebbe ripetere la doppietta mondiale 2005-2006” (con Alonso, ndr).

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