Domenica 6 settembre il circuito di Monza ospiterà l'edizione numero 86 del Gran Premio d'Italia. La corsa dal 1950 è entrata a far parte in pianta stabile del Mondiale di Formula 1. Da quel momento la sua sede è stata l'impianto brianzolo, tranne l'edizione 1980 che si disputò a Imola. Quando ancora non esisteva il Circus la corsa ebbe luogo pure a: Montichiari nel 1921, Livorno nel 1937, Milano nel 1947 e Torino nel 1948. L'autodromo di Monza nacque nel 1922 in quanto serviva un circuito permanente affinchè le case automobilistiche nostrane potessero collaudare le loro creazioni. In precedenza erano già stati costruiti quelli di: Brooklands in Inghilterra nel 1907 e Indianapolis negli Usa nel 1909. Per costruire la struttura fu scelta l'area del parco situato all'interno della Villa Reale di Monza, che fu preferita a quella della brughiera di Gallarate, grazie alla sua vicinanza con la città di Milano. Più volte nel corso della storia il tracciato subì delle modifiche, adattandosi alla mutata velocità delle monoposto e alle innovazioni tecnologiche di quest'ultime. Ciò fu motivo di scontro con gli ambientalisti e tra le istituzioni ma alla fine si riuscì a garantire la regolare disputa del Gran Premio.

Il primo vincitore della corsa il 10 settembre 1922 fu Pietro Bordino su Fiat 804. Il 19 settembre del 1924 su Alfa Romeo P2 si impose Antonio Ascari. Più avanti sarebbe toccato al figlio Alberto ripetere le gesta paterne e per una competizione assai prestigiosa. Prima dell'interruzione bellica il mantovano volante Tazio Nuvolari avrebbe fatto in tempo ad iscrivere il proprio nome nell'Albo d'Oro della corsa per ben 3 volte: 1931, 1932 e 1938. Dal 1939 fino all'11 settembre 1949 a Monza non si gareggiò più. Durante il Secondo Conflitto Mondiale l'impianto brianzolo fu sede: dell'archivio dei documenti dell'Automobile Club di Milano, degli animali dello zoo del capoluogo lombardo. Vi fu pure una parata dei mezzi militari alleati. Fu lo stesso Automobile Club di Milano a restituire con i suoi lavori di ristrutturazione e manutenzione la pista alle corse. Si ritornò a gareggiare l'11 settembre 1949 e vinse Alberto Ascari su Ferrari 125. Nel 1950 il Gran Premio d'Italia entrò a far parte del neonato Campionato del Mondo di Formula 1. Per 3 edizioni di fila nell'impianto brianzolo suonò l'inno di Mameli. Nel Circus a Monza vinse per primo Nino Farina su Alfa Romeo 158 e fu pure il primo iridato piloti. Poi Alberto Ascari su Ferrari si impose per 2 volte di fila (1951, 1952). Nella seconda occasione conquistò il primo dei suoi 2 titoli mondiali piloti. Dopo Farina e Ascari nessun italiano vincerà più il titolo piloti nel Circus. Del successo dello stesso Ascari a Monza nel 1952 esiste anche un servizio televisivo, mandato in onda il 9 settembre di quell'anno nel primo telegiornale Rai, tra i reperti più antichi conservati nella cineteca del Servizio Pubblico. Dal 1953 al 1955 vi furono 3 affermazioni consecutive dell'argentino Juan Manuel Fangio. Nell'ultima l'11 settembre 1955 il telecronista Rai Gino Rancati rischiò il licenziamento per essersi lamentato del ritardo del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, che avrebbe dovuto inaugurare il circuito ristrutturato. Lo stesso Rancati disse: "A quanto pare il rispetto degli orari è prerogativa dei re e non dei presidenti della Repubblica".

Nel 1961 si verificò il più grave incidente nella storia della Formula 1. Il pilota tedesco della Ferrari Wolfgang von Trips alla curva Parabolica ebbe una collisione con Jim Clark e morì assieme a 15 spettatori travolti dalla vettura di Maranello. Il tutto fu trasmesso in diretta televisiva. La vittoria della gara e la matematica certezza del titolo piloti per il compagno di squadra dello stesso Von Trips, l'americano Phil Hill, non bastò a mitigare l'amarezza per la tragedia. Nel 1966 Ludovico Scarfiotti su Ferrari ottenne quella che rimane tuttora l'ultima vittoria di un pilota italiano a Monza in Formula 1. Nel 1970 durante le qualifiche del sabato morì il pilota austriaco Jochen Rindt, l'unico caso di titolo iridato postumo. La gara la vinse il compianto ticinese Clay Regazzoni su Ferrari. Nel 1971 ebbe il suo primo e unico giorno di gloria l'inglese Peter Gethin, che si impose in un arrivo che ricalcò quello di una volata del ciclismo in una tappa per velocisti. Vi furono 5 piloti in pochi centesimi di secondo, il margine più risicato nella storia della corsa. Negli anni 70 la pista di Monza regalò grandi soddisfazioni allo svedese Ronnie Peterson, che vinse 3 volte (1973, 1974, 1976). Fu acclamato dal pubblico italiano anche se se non guidò mai la Ferrari. Purtroppo però proprio a Monza il 10 settembre 1978 lo scandinavo perse la vita, causa un incidente avvenuto alla prima chicane subito dopo il via. La partenza venne data dal direttore di corsa Gianni Restelli, quando non tutte le vetture erano allineate sulla griglia. A causare l'incidente mortale, secondo le testimonianze di molti piloti, fu una manovra troppo brusca di Riccardo Patrese verso l'interno del tracciato. Vi fu un processo che si concluse con l'assoluzione degli stessi Restelli e Patrese. La gara fu vinta da Niki Lauda, in virtù dell'incidente di Peterson, la vittoria dell'iride piloti andò al suo compagno in Lotus Mario Andretti, che però non ebbe nulla da gioire. Nel 1979 fu un trionfo per la Ferrari in un tripudio di bandiere, che sventolavano trionfanti per la Rossa di Maranello. Infatti vinse il sudafricano Jody Scheckter, Gilles Villeneuve completò la doppietta per il Cavallino Rampante. Lo stesso Scheckter si aggiudicò il titolo piloti, la Ferrari quello costruttori. L'11 settembre 1988 la Rossa di Maranello tornò a vincere a Monza, con Gerard Berger davanti a Michele Alboreto, quando ormai nessuno ci credeva più. Probabilmente fu un segno del destino, infatti da poche settimane era morto Enzo Ferrari, il fondatore della casa del Cavallino Rampante. Il brasiliano Ayrton Senna sembrava avviato verso una facile vittoria, quando a 2 giri dalla fine fu speronato dalla Williams del francese Jean Louis Schlesser. Per Magic la pista brianzola sembrava stregata, perchè l'anno successivo fu tradito dal 10 cilindri Honda della sua McLaren e il successo andò al compagno Prost. Senna però riuscì ad imporsi a Monza nel 1990 e nel 1992.

Nel 1996 il tedesco Michael Schumacher su Ferrari colse la prima delle sue 5 affermazioni a Monza. Nessuno su questa pista è riuscito a vincere più di lui. Gli altri successi li colse tutti con la casa di Maranello: nel 1998, nel 2000, nel 2003 e nel 2006. Nel 2008 sotto la pioggia battente il Circus scoprì il suo nuovo astro nascente, il tedesco e attuale ferrarista Sebastian Vettel, che dal 2010 al 2013 sarebbe stato per 4 volte consecutive iridato piloti con la Red Bull. Nel 2010 la Ferrari colse la sua ultima vittoria a Monza con Fernando Alonso. Le ultime edizioni hanno visto lo stesso Vettel e Lewis Hamilton imporsi per 2 volte a testa. Il mondo del cinema si è occupato del Gran Premio d'Italia a Monza in 3 occasioni: nel film di John Frankenheimer Grand Prix del 1966, in Delitto in Formula 1 del 1984 e in Rush di Ron Howard del 2013 che trattò della rivalità nel 1976 tra Niki Lauda e James Hunt. A Monza vi è un centro ricerche dove furono inventati: asfalti speciali, freni a disco, gomma run flat, combustibili alternativi come gas, metano, bioetanolo, il guard-rail, il trasponder per il telepass. L'impianto brianzolo ha una sua web tv chiamata Monza Race, ospita corsi di guida sicura per privati e aziende, convention per sponsor. La speranza degli sportivi italiani è che la Ferrari ritorni a vincere, riuscendo a contrastare il dominio schiacciante delle Mercedes di Hamilton e Rosberg. Chi riuscirà ad iscrivere il proprio nome nell'Albo d'Oro? Lo scopriremo domenica 6 settembre dopo la bandiera a scacchi.