I risultati sono figli di talento, dedizione e spirito di squadra. Tre ingredienti che rimandano subito alla caratura di Sebastian Vettel, tre fattori che Maurizio Arrivabene ha valutato essenziali al rilancio della Ferrari e, di conseguenza, alla scelta dei suoi piloti.

La compattezza dello spogliatoio come premessa fondante, dunque, spiega la riconferma dell’altalenante Raikkonen e, ancor più, la scelta di puntare su Vettel, pilota di comprovata affidabilità in pista e fuori, egocentrico sì – come tutti i top driver – ma votato a far gruppo, come il suo illustre predecessore in rosso e connazionale Michael Schumacher. Un uomo squadra, capace di pestare sull’acceleratore come pochi altri così come di creare armonia attorno a sé, cementando i rapporti interni attraverso il dialogo e un’attitudine quasi sempre positiva, senza divismi o rivalità distruttive col compagno di box.

Il manager bresciano ha voluto rimarcare ancora una volta i benefici prodotti dall’insediamento del tedesco: “La squadra sta molto bene assieme, Seb ha portato un sacco di entusiasmo al team. – ha spiegato Arrivabene - Molte volte mi ha aiutato a fare in modo che stessimo uniti e, cosa più importante, sta cooperando molto bene con il suo compagno di squadra. Questo è il motivo per cui, quando stavo spiegando la conferma di Kimi per il 2016, ho detto che al momento stiamo guardando alla stabilità del team”.

Riconferma caldeggiata proprio dal reiterato endorsement di Vettel, senza cui il finlandese avrebbe probabilmente fatto le valigie e chiuso la carriera in F1. Una decisione strategica volta a rasserenare la squadra e gli stessi piloti: in primis lo stesso Vettel, che si sente abbastanza sicuro di “gestire” la concorrenza di un compagno veloce sì, ma solo a fasi alterne; e Raikkonen, che potrà affrontare il resto della stagione senza la spada di Damocle che pende sulla sua testa.

Seb è un campione fantastico, ma è anche una persona che sta aiutando a stabilizzare la squadra assieme a Kimi. – ha proseguito Arrivabene - E questo sta aiutando molto tutti noi a farlo assieme. Avete visto dopo la gara: guardate Seb, è sempre sorridente e positivo. Così io divento un po’ più morbido quando devo lamentarmi”.

Il capo della Ges non ha infine voluto raccogliere l’assist per mettere a confronto Vettel e il grande ex, Fernando Alonso, che della Ferrari è stato pilota di punta per il lustro antecedente il suo incarico, dal 2010 al 2014. “Di sicuro non voglio parlare di Fernando. L’ho incontrato quando non stavo facendo questo lavoro e abbiamo un buon rapporto. Io non voglio parlare di lui. Parlo solo dei miei piloti e sto benissimo con loro”.