Autostima e ambizione non gli difettano davvero. Non appena messo piede nel grande circus, Max Verstappen non ha impiegato molto a mettersi in mostra e chiarire le sue intenzioni future. Matricola sì, giovanissimo anche, ma con l’attitudine del campione in fieri, con quel mix di irriverenza, propensione al rischio e chiarezza di intenti proprio dei predestinati. Come Senna e Schumacher, i miti a cui sostiene di ispirarsi.

Sarà la storia a stabilire se riuscirà o meno ad accomodarsi tra i grandi della F1. Intanto l’olandesino, oggetto di rumors che lo danno accasato alla Ferrari in un futuro non lontano, giura fedeltà alla casa madre che lo ha buttato nella mischia. “Ho un contratto con la Red Bull e ho a disposizione una macchina molto buona. Non c’è motivo per me di lasciarli. Passare dalla Toro Rosso alla Red Bull è uno dei mie obiettivi. Gli altri sono fare buoni risultati, e diventare campione del mondo in futuro”.

Vedremo se saprà rispettare la sua ambiziosa tabella di marcia, se otterrà la promozione nel team di punta o magari arriverà in Ferrari, specie se la Rossa dovesse accordarsi con Milton Keynes per la fornitura delle proprie power unit. Per adesso c’è un presente da costruire con la Toro Rosso, confermando le buone premesse viste finora nel finale di stagione e nel 2016, quando – è pressoché certo - difenderà ancora i colori del team faentino. Della nuova monoposto dice di aver “visto alcune immagini e sembra buona. Ma è così, si prova a immaginare quanto potrà essere competitiva, ma l’unico modo per scoprirlo è metterla in pista”.

Per adesso restano sette gran premi da disputare con power unit già spremute (“Speriamo di farcela, sarà dura. A giudicare dall’andamento della stagione sembra di no, ma aspettiamo e vediamo”) e l’obiettivo del quinto posto nei costruttori fissato dal team. Impresa ardua ma possibile (la Toro Rosso è al momento 7a in graduatoria, a 28 punti dalla Force India), a patto di capitalizzare le occasioni disponibili.

Verstappen proviene dal quarto giro veloce in gara ottenuto a Monza e Spa, piste indigeste al poco cavallato propulsore Renault, ed è logico che nutra grandi aspettative per la prossima corsa, meno esigente sul fronte motoristico. “Dobbiamo segnare punti a Singapore. – afferma senza esitare - Anche a Suzuka dovrebbe essere possibile, ma a Singapore dobbiamo sicuramente finire a punti”.

Un tracciato - quello di Marina Bay - tormentato e sconnesso, aspetti che potrebbero premiare la maneggevolezza e le qualità telaistiche proverbiali della STR10. Senza contare l’imprevedibilità legata a una corsa che ha spesso riservato sorprese, tra incidenti e safety car: variabili che, se ben sfruttate, potrebbero valere il piazzamento dell’anno.

Verstappen non ha mai girato a Singapore se non al simulatore, strumento che ha recentemente giudicato prezioso per studiare e perfezionare le dinamiche dei sorpassi. Un approccio differente da quello di Lewis Hamilton, che ha dichiarato di preferire l’improvvisazione. “Anche io faccio le mie manovre in modo spontaneo – ha precisato Max -, e mi piacciono anche le corse al simulatore. Non è perché gioco al simulatore che una manovra sarà buona o migliore. Con l’esperienza che acquisisci nello sport, soprattutto nei go kart, sai fino a dove puoi spingerti. Correre in pista in generale aiuta sempre di più”.