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F1 - Vettel, è già tempo di Suzuka

Il fresco trionfatore di Singapore commenta le caratteristiche della pista nipponica, dove si è imposto in quattro occasioni con la Red Bull. E dove conta di mettere sotto pressione le Mercedes.

F1 - Vettel, è già tempo di Suzuka
Sebastian Vettel al volante della sua SF 15-T
Poto83
Di Luca Foglia

Esaurita la sbornia post Singapore, la Ferrari trasferisce armi e bagagli nella vicina Suzuka per il 14imo round del campionato 2015. Una pista amatissima dai piloti per la sua conformazione mista che alterna sezioni velocissime ad altre decisamente più guidate. Una sfida umana e tecnica in piena regola, che richiede grande precisione di guida e un bilanciamento ottimale.

Telaio, carico aerodinamico, motore, frenata e trazione: la pista nipponica è un banco di prova completo, l’ideale per misurare i progressi compiuti dalla monoposto in ogni singola area e per tastare il polso a una Mercedes indecifrabile tra i muretti di Marina Bay.

Per la prima volta in stagione la casa di Stoccarda ha concluso la corsa con entrambe le macchine giù dal podio e mai in grado di lottare per i primi posti. Da qui a parlare di crisi ce ne passa ma lo scivolone di Singapore resta allarmante, non tanto per l’esito finale quanto per l’incapacità del team di capire (e risolvere) i problemi che hanno afflitto Hamilton e Rosberg per l’intero weekend.

Sebastian Vettel non vede l’ora di rimettersi il casco per scoprire i reali equilibri in una pista dove vanta già uno score di quattro vittorie. “È un circuito diverso se lo paragoniamo a tutti gli altri, ci sono molte curve veloci e parecchie lente. Non c’è, quindi, un vero e proprio andamento e come sempre è necessario trovare il giusto compromesso. L’attenzione si concentra sulle curve veloci perché è soprattutto lì che il pilota deve sentirsi a proprio agio”.

Viene subito in mente la 130R, piega a sinistra da percorrere in pieno sul filo dei 300 km/h; una curva da pelo - tra le più rinomate del mondiale assieme a Eau Rouge e alla Parabolica di Monza - che immette viceversa nell’ultima, lentissima chicane prima del traguardo.

Ma Suzuka offre anche altre sfide: la sequenza di esse ‘da ritmo’ opposte al rettilineo d’arrivo, la Degner spezzata in due tronconi e la Spoon, una lunga sinistra in discesa dove occorre un anteriore chirurgico per non incorrere nel sottosterzo e surriscaldare di conseguenza le gomme anteriori, molto sollecitate anche nel resto del giro.

E’ uno dei tracciati preferiti – ha proseguito Vettel - perché è veloce e scorrevole, con molte curve rapide, specialmente nel primo settore con la doppia esse. È molto bello perché senti di poter portare la macchina al limite e ti fa sentire vivo. Sono sicuro valga non solo per me ma anche per gli altri piloti”.

Un ruolo decisivo lo giocheranno come sempre le qualifiche, laddove la Ferrari ha mostrato i progressi più evidenti. Prova ne è il crono di Raikkonen a Monza, a solo 0,2” dalla pole di Hamilton, e il recente exploit di Vettel a Singapore. “Le qualifiche sono importanti su ogni pista e il Giappone non fa eccezione, ma si può sorpassare, soprattutto all’ultima chicane prima del rettilineo dove anche il DRS può dare un’ulteriore spinta”.