E' possibile il ribaltone Ferrari ?

Questo l’interrogativo che accompagna la vigilia del Gran Premio del Giappone. Una corsa importante, che farà capire quanto le ambizioni da titolo che Sebastian Vettel ancora, marginalmente cova siano legittime oppure no. Suzuka sarà la cartina di tornasole ideale per comprendere il vero stato di forma della Rossa e soprattutto della Mercedes, uscita con le ossa rotte da Singapore senza afferrarne, però, i reali motivi.

Le gomme? il set-up? il motore evoluto, più potente ma meno gestibile? Non è dato saperlo. Vedremo se le Frecce d’Argento incontreranno le stesse difficoltà su una pista dalle caratteristiche pressoché opposte a quelle di Singapore e, sulla carta, congeniali alla F1 W06. Le sezioni da alto carico aerodinamico e gli allunghi ‘da motore’ di Suzuka dovrebbero aiutare Hamilton e Rosberg a riprendere il filo interrotto a Monza.

Ma soprattutto non ritroveranno l’accoppiata Pirelli soft e supersoft, la variabile che più ha turbato i sonni dei teutonici nel corso di questa stagione. E che, viceversa, ha propiziato gli exploit della Ferrari in Malesia e Singapore, climi caldi e umidi dove le Frecce d’Argento non hanno mai trovato la quadratura perfetta del cerchio(ne). Il successo di Budapest fa storia a sé perché Pirelli portò un’accoppiata di mescole solo in parte sovrapponibile (soft e medie) e fu piuttosto la Mercedes a vanificare una superiorità netta, dimostrata in qualifica, con errori in serie che agevolarono la fuga di Vettel.

La Ferrari, d’altro canto, ha cambiato marcia da Monza. Merito della power unit rinvigorita dai 3 gettoni di sviluppo e di pacchetti aerodinamici finalmente efficaci, peraltro su piste diametralmente opposte come Monza e Singapore. Anche se il dominio di domenica scorsa parrebbe essere principalmente imputabile alla perfetta simbiosi tra la SF 15-T e le gomme più tenere del lotto.

Le supersoft, impiegate dai piloti finiti a podio in due stint su tre, hanno una finestra di funzionamento piuttosto ridotta che solo la Ferrari sembra aver centrato, ottenendo il miglior compromesso tra performance e consumo. Torneranno nel gran premio di Russia mentre a Suzuka sarà l’opposto. Pirelli porterà hard e medium, le due mescole più dure della gamma: vedremo subito se torneranno i valori pre-Singapore.

Insomma, i meriti della Ferrari vanno soppesati con la variabile gomme e il lavoro non ottimale svolto dalla Mercedes a Singapore, per cui meglio non farsi troppe illusioni.

Il divario in classifica – 49 punti da Hamilton a sei gare dal termine – resta enorme e il futuro del campionato è ancora tutto in mano alla Mercedes. Solo il ripetersi dei problemi che hanno appiedato Rosberg a Monza e Hamilton a Singapore potrebbero consentire il riavvicinamento di Vettel, e proprio su questo aspetto la Ferrari dovrà insistere: mettere pressione alle Mercedes per impedirgli di gestire le restanti corse in souplesse e risparmiare la meccanica. A iniziare dalla qualifica, dove sarà cruciale partire a ridosso degli avversari diretti. Un obiettivo possibile, grazie al motore evoluto che ha permesso a Raikkonen di arrivare a solo 0″234 dalla pole a Monza - pista ad altissima velocità - e a Vettel di partire davanti a tutti a Singapore.

E, infine, sfruttando la vena realizzativa di un pilota, Vettel, all’apice della forma e della maturità, capace di capitalizzare ogni occasione disponibile

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