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D.J. Hayden, dall'ospedale a primo CB al draft

La scalata del giocatore proveniente dalla University of Houston, che dopo l'infortunio che stava quasi per costargli la vita, ha cominciato una risalita nella draft board fino a diventare il primo prospetto nel ruolo di CB.

D.J. Hayden, dall'ospedale a primo CB al draft
D.J. Hayden
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Di Filippo Lorenzo Collalti

NEW YORK- La storia di D.J. Hayden è una di quelle che piacciono tanto agli americani. Il "sogno americano" per lui si sta avverando. Il ragazzo di Houston, dopo essere stato per due anni nel Navarro College, un junior college, è tornato a casa nel suo anno da Junior, nell'università di Houston, per giocare con i Cougars. Subito si è distinto come un ottimo prospetto, con 13 partite giocate, 52 tackle personali e 14 assistiti, 1.0 sack e 2 intercetti, oltre a 5 forced fumbles. 

L'INFORTUNIO- La stagione successiva, quella 2012, era partita con ottime prospettive. Nelle prime 9 partite Hayden registrò 61 tackle, 4 intercetti e 1 forced fumble. A quel punto è successo tutto: come racconta lui stesso, si stava allenando per la decima partita stagionale. Stavano provando gli schemi quando la palla viene lanciata verso di lui. D.J. corre per intercettarla, e lo stesso fa la safety. I due si scontrano, il ginocchio della safety finisce contro lo sterno di Hayden, che rimane a terra. Subito il CB si accorge di non riuscire a respirare bene, comincia ad avere sintomi da mancanza di ossigeno ai muscoli, sente freddo e sta chiaramente entrando in uno stato di shock. I medici si accorgono subito della gravità della situazione e non perdono tempo, portandolo immediatamente in ospedale. Il responso è spaventoso, lesione alla vena cava inferiore, un trauma che nel 95% dei casi porta alla morte, nel 50% non si riesce neanche ad arrivare in ospedale. I dottori decidono di portarlo immediatamente in sala operatoria. Quando aprono lo sterno di D.J. lo trovano completamente invaso dal sangue: la vena cava inferiore porta al cuore il sangue dagli arti inferiori, e ne porta circa 2.5 litri al minuto. Diranno dopo di non aver mai visto una cosa del genere, soprattutto associato ad un infortunio da football. Questi sono traumi che si hanno in incidenti stradali ad alta velocità, non certo in scontri fortuiti di gioco.

LA RIPRESA- Hayden ce l'ha fatta, l'operazione è andata bene. Come lui stesso racconta, non pensava fosse nulla di grave fino a quando non si è svegliato. I problemi però erano appena iniziati. La lesione aveva portato ad un basso afflusso di sangue al cervello e ad altri organi. Hayden ricorda che inizialmente non riusciva neanche a mettersi seduto, sembrava non avere il controllo del suo corpo. Molti esperti si aspettavano che non sarebbe mai tornato a giocare a football, ma lui era più forte dell'infortunio, e ha lottato con tutto se stesso per riuscire a tornare al top. Le sue quotazioni al draft erano calate paurosamente, ma appena 4 mesi dopo l'intervento D.J. Hayden era al pro day di Houston, a correre le 40 yard più importanti della sua vita, in 4.40 secondi. Il tutto con un infortunio al tendine del ginocchio. 

LA SALITA- Da quel momento le quotazioni di Hayden sono andate crescendo con il passare dei giorni. Dal settimo giro dei giorni che precedevano il pro day, Hayden è arrivato ad essere una "mina vagante" del primo giro, la chiamata potrebbe arrivare addirittura da uno dei primi 20 team a scegliere. Il sogno americano che si realizza.