Per fortuna ci sono loro. Per fortuna ci sono i ragazzi, i giovani, con quella spensieratezza e goliardia a spazzare via tutto. Poche storie, tanta semplicità e molto gioco. Nicolò Bulega ha vinto, è il re del CEV, ovvero il campionato mondiale junior categoria Moto3. Chiude in alto, sopra a tutti, e ora guarda avanti, ai compagni prossimi venturi Fenati e Migno, alla stagione da grande nello Sky Racing Team.

Figlio d'arte, pilota della VR46 Academy, Nicolò conquista il titolo a Valencia dopo una stagione consistente conclusa in crescendo: sette podi in dodici gare, di cui cinque nelle ultime sei, compresa la prima vittoria. E' il successo della pazienza, dei meriti e pure del pizzico di fortuna, con alcuni dei diretti concorrenti azzoppati da cadute o infortuni. Capelli lunghi, occhi timidi ma furbi, il 16enne di Montecchio va di gas e sorrisi, corre umile ma sicuro. Nella terra spagnola che una settimana fa ha battezzato l'esordio nel circuito maggiore con tanto di piazzamento a punti, Bulega esalta lucidità e velocità cogliendo un quarto e un terzo posto sufficienti a mantenere dietro Albert Arenas e Aron Canet. La classifica dice: 189, 185, 176.

Una banda di piccoli grandi piloti si diverte e diverte, tra bagarre e sportellate, lotta al cronometro e amore per tutto ciò che ha un motore e delle ruote. Oltre a Nicolò, ci sono Lorenzo Dalla Porta (9°), i due pupilli di papà Simoncelli Tony Arbolino (12°) e Stefano Valtulini (8°), Lorenzo Petrarca (11°), Davide Pizzoli (13°) e Marco Bazzecchi (16°). Tutti diversi e tutti uniti, l'essenza e il futuro del motociclismo, in questi ultimi giorni un po' bistrattato.

Proprio a Valencia dove il calderone delle polemiche è andato oltre ebollizione, ogni cosa ritrova la sua dimensione, i giovani ridefiniscono i contorni e quell'anima giocosa mascherata da competizione riemerge. Sembra la nemesi del duello Italia-Spagna, il tifoso di Valentino Rossi che beffa sul finale i rivali iberici (il sorpasso in classifica è avvenuto alla penultima gara), ma non è così proprio per quanto scritto sopra. Bulega è campione e gli altri altrettanto. Qualcuno farà il grande salto, qualcun proseguirà sulla stessa via, però conta altro. Rombi, staccate, derapate: il senso del piacere sta lì e questo è stato capito da tempo.