Grazie. Una sola parola, sei lettere, che sono apparse nitide nella mente di ogni appassionato, sia esso italiano o spagnolo, statunitense o australiano. Valentino Rossi ha spiegato per filo e per segno perché i motori conquistano milioni di persone e perché gli ultimi due anni sono stati soltanto una parentesi buia da dimenticare in fretta.

In Qatar è valsa la regola del tre: classe, cuore e divertimento. Mancava ai tifosi, mancava ai detrattori, mancava al motomondiale, mancava soprattutto a sé stesso. Quando il mondo motociclistico sembrava avviato ad una apatica routine soporifera, il dottore è risalito in cattedra e ha impartito lezioni di talento e spettacolo. Non c’è età che tenga, non ci sono avversari che tengano.

Il folletto di Tavullia ha scelto e si mantiene fedele al suo mondo. Quel mondo fatto di gas, derapate e bagarre e, quindi, di adrenalina, emozioni e agonismo allo stato puro. Il tutto senza prendere e prendersi troppo sul serio, gioendo e gongolando come non mai ad ogni sorpasso e controsorpasso.

Sguardo spensierato e occhio vispo fanno e hanno fatto la differenza, perché Valentino voleva tornare a divertirsi ed è tornato a divertirsi, trascinando con sé tutta la compagnia. E’ mancata la vittoria, quella che avrebbe di fatto sancito un’impresa epica, dopo il colpaccio all’esordio in Yamaha nel 2004. Il ragazzo, però, ha comunque compiuto la missione più ardua, riportando l’aspetto ludico e scanzonato in uno sport sempre più algido.

Sorrisi per sé, per gli avversari, sorrisi per gli spettatori e per gli investitori. I giovincelli prendano nota, gli sbarbatelli apprendano: campione e fuoriclasse non coincidono necessariamente. Se l’uno garantisce qualche titolo, l’altro promette l’eternità tipica di chi è leggenda. Follia o genio poco cambia, il denominatore comune è quella luce che brilla vivida negli occhi di chi si entusiasma ed entusiasma.

Classe, cuore, divertimento: tre carte con cui Valentino gioca e continuerà a giocare, regalando sussulti e batticuore, risvegliando da quel torpore che le ultime stagioni avevano. Grazie Dottore, per averci dimostrato che è ancora così.