Quando avevamo incontrato Andrea Dovizioso l’anno scorso in Tech3, lui ci aveva detto di desiderare la moto ufficiale per il 2013. Poi, l’ultima Yamaha ufficiale è andata a Valentino Rossi, che ha lasciato un posto in Ducati e un futuro in rosso per Andrea. Quel futuro di cui lui ci aveva parlato e che aveva definito una “cosa bellissima”. Certo, non si aspettava accadesse così presto, ma ora si sta rimboccando le maniche per riportare agli albori la Desmosedici. Durante questa prima parte di stagione sono emersi i problemi della moto, che in qualifica riesce a fare dei buoni giri veloci, per poi avere un calo durante la gara. Dovi è scattato già due volte dalla prima fila e una volta ha tagliato il traguardo mancando il podio per una sola posizione. Era a Le Mans e le condizioni atmosferiche sono state favorevoli, ma non troppo. Qualche parola è riservata alla sua ammirazione per Casey Stoner, per lui il migliore quando la Ducati era diversa da ora. Gli abbiamo chiesto anche il suo parere su Marc Marquez, definito un talento senza precedenti che sta continuando a crescere.

Innanzitutto, come ti trovi con la squadra?

Bene, secondo me stiamo lavorando molto bene nel weekend. Credo che, quasi sempre, siamo riusciti a tirar fuori il 100% dalla moto. Abbiamo conquistato la prima fila già due volte e delle buone qualifiche fanno la differenza per la gara. La gara rispecchia la realtà; è la conferma che il gap è grande. Sarebbe difficile fare di più di quello che facciamo ora.

La Ducati è una moto che si adatta a pochissimi piloti…

Non sono d’accordo su questa affermazione. La Ducati in questi anni è cambiata tantissimo, quindi non è che la Desmosedici sia stata fatta in un certo modo per cui alcuni piloti riescono a sfruttarla ed altri no. Per esempio quando Casey vinceva ha fatto la differenza e credo che nessuno avrebbe potuto essere come lui. Ritengo sia stato il più forte in quel periodo, però la moto era molto diversa da quella di adesso, quindi ribadisco che non è questione di adattarsi alla moto per poter vincere. In questo momento ci sono dei limiti importanti che non ci permettono di poter stare nelle prime posizioni.

Quali sono le differenze sostanziali tra le moto giapponesi e la Ducati? Così a pelle…

Ce ne sono tante. Più che differenza tra italiane e giapponesi che comunque c’è, le prime cose che noti sono proprio i limiti che ha la moto. Ad esempio quando non riesci a fare le linee che vuoi e pensi subito “Cavolo, non ci riesco!”. In ogni caso le moto giapponesi sono diverse, quello che loro usano deve sempre essere perfetto. Hanno uno scrupolo maniacale per tanti piccoli aspetti. Sia Honda che Yamaha hanno queste caratteristiche.

Qual è il tuo parere tecnico sulla Ducati?

Come ho già detto, al momento abbiamo dei limiti importanti che stiamo cercando di migliorare. Fino ad ora non ci siamo riusciti; abbiamo un buon grip sul dietro e quindi possiamo raggiungere dei buoni risultati in qualifica. Però di questo grip ne abusiamo e finisce per diventare controproducente, quindi è un lato positivo che diventa negativo.

Ogni tuo risultato viene spesso paragonato dai media a quelli di Rossi. Tu la senti questa rivalità con Valentino?

Per forza. Valentino ha tanti tifosi ed è normale ci sia questo ragionamento. In due anni però non è andato tanto bene per molti motivi, quindi non è un problema per me confrontarmi con lui, anzi.

Secondo te se Marquez quest’anno avesse una moto clienti andrebbe così forte?

No, con la moto clienti no, ma credo che quello che sta facendo non l’ha mai fatto nessuno. E’ un talento esagerato ma, oltre ad essere un talento come altri, penso sia bravo sotto vari aspetti, anche a livello mentale. Riesce ad andare forte, può cadere e non avere problemi, può spingere sempre e non calare fisicamente. Mi sembra che non sia ancora arrivato al top del suo potenziale, ma presto lo esprimerà completamente perché sicuramente c’è margine di miglioramento.

Torniamo a te. Ti aspettavi un inizio di stagione così scoppiettante?

Perché no. Nei miei programmi comunque avrei voluto cominciare a migliorare dopo qualche gara e questo non sta succedendo. La moto è ancora quella dell’inizio dell’anno; noi stiamo lavorando bene, cercando di tirar fuori il meglio, ma la moto è quella dell’anno scorso. Stiamo progredendo, ma ancora non sono arrivati pezzi nuovi.

Tu hai avuto l’occasione di provare la moto nuova. Com’è?

E’ abbastanza differente, ma non ci risolve i problemi. Si comporta in modo diverso ed ha quindi dei pregi e dei difetti, come ne ha la vecchia del resto. Non è lo step di cui abbiamo bisogno, purtroppo.

Quali sono le tue aspettative per il resto del 2013?

Per il resto della stagione non prevedo grandi cambiamenti, stiamo lavorando tanto, stanno lavorando tanto anche a casa, ma credo non basti. Sia il mio obiettivo che il loro è quello di cercare pian piano di ritornare a lottare per il Campionato. Dovremmo quindi metterci a tavolino per capire che cosa bisogna cambiare perché ora non riusciamo ad arrivare a questo livello.

Quindi per il podio dovremmo aspettare…

Nelle moto tutto è possibile e questo è il bello di questo sport. Obiettivamente non partiamo con l’idea di fare il podio. E’ già dura battere i quattro piloti ufficiali là davanti…

Ma a Le Mans non sembrava così impossibile.

Nell’acqua siamo forti, quindi se facessimo una gara con molta acqua certamente sarebbe diverso. A Le Mans invece c’era poco grip ma non pioveva. Non ha piovuto durante la gara e l’asfalto si è asciugato.

Peccato…