“Squalo in vista”. Jorge Lorenzo affonda i denti sul GP di Aragon e manda il suo personale avviso a Valentino Rossi: il mondiale è ancora aperto. Se c’è una dote che contraddistingue i campioni è la capacità di non farsi destabilizzare dai propri errori e il maiorchino, in tal senso, ha mostrato di sapersi rialzare in fretta. E’ riemerso dalla polvere di Misano intatto nel fisico e nella mente, presentandosi ad Aragon ancor più convinto delle proprie chance iridate. Si è visto quando ha calato la visiera lasciando tutti sul posto e involandosi a modo suo, in solitaria. Basta il primo giro di gara, coperto in 1’49”9 con partenza da fermo, a riassumere l’eccellenza della sua prestazione.

Nessuno ha potuto impensierirlo. Neanche Marquez, per l’ennesima volta incapace di mitigare la propria irruenza nelle fasi iniziali della gara, a gomme non ancora scaldate a dovere. Il Cabroncito è incappato in un’altra caduta evitabile, sono cinque in stagione, tre delle quali nei primi giri cercando di resistere a Lorenzo. Mugello, Barcellona, Aragon: lo stesso copione che il ‘ripetente’ Marquez dovrà assimilare quanto prima per non finire ancora dietro la lavagna. E per terra.

E mentre davanti proseguiva la cavalcata perfetta di Lorenzo, pressoché ignorata dalle telecamere, alle sue spalle è andata in scena la battaglia tra Pedrosa e Rossi. Un duello rusticano alla ‘Villeneuve-Arnoux’, fatto di sorpassi e controsorpassi, staccate e incroci di traiettoria che hanno infiammato gli spettatori negli ultimi cinque giri della corsa. Con l’epilogo che non ti aspetti, e un Pedrosa indomabile nel ribattere colpo su colpo agli affondi del pesarese fin sotto la bandiera a scacchi.

Valentino le ha tentate tutte, ma proprio tutte, incluso l’ultimo, estremo assalto all’interno della chicane prima del lungo rettifilo opposto ai box, ma Pedrosa ha chiuso anche l’ultima porta rivelandosi l’alleato di giornata di Lorenzo. Buon per lo spettacolo. Un po’ meno per Rossi, che rende 9 punti a Lorenzo e cede per la prima volta l’onore delle armi in un corpo a corpo, proprio col rivale meno quotato nella ‘specialità’ di cui è maestro indiscusso.

Poteva andar peggio o forse no. Fatto sta che il maiorchino è tornato ad alitargli sul collo e i 14 punti di vantaggio non gli permetteranno più di accontentarsi della marcatura a uomo. Il pallino resta ancora nella sue mani ma dovrà attaccare senza troppi calcoli guardandosi anche dalle Honda Repsol di Pedrosa e Marquez, che qui ad Aragon si sono rivisti al top.