Come finirà? Questo l’unico, vero interrogativo che tormenta l’attesa di tifosi, semplici appassionati e addetti ai lavori. In attesa di sapere se il Tas confermerà o meno la penalità a Rossi – e ammettiamo pure sia così -, riuscirà il pesarese a compiere il miracolo? Oppure dovrà arrendersi alle difficoltà di una rimonta, specie sui top rider Lorenzo-Pedrosa-Marquez, che appare oggettivamente improba anche per un mago dei ribaltoni come lui?

In attesa del responso, proviamo ad immaginare i possibili scenari, o quantomeno – per esigenze di sintesi – quelli che più realisticamente potrebbero presentarsi in gara domenica prossima (tutte le possibili combinazioni, invece, potete trovarle nell’articolo di Valentina Zuliani). Tenendo a mente che è e resta un ‘gioco di congetture’ e, in quanto tale, suscettibile di essere smentito.

Scartando l’ipotesi di guasto tecnico o caduta dei due contendenti al titolo, partiamo da una considerazione: Lorenzo ben difficilmente arriverebbe fuori dai primi tre (escludendo la ‘variabile’ Rossi). Lo dicono i risultati stagionali eccetto i primi tre gp, corsi in uno stato di forma approssimativo, più Silverstone e Misano, gare rese anomale dal meteo; lo stato di forma di Honda e Yamaha, attualmente due spanne sopra Ducati e le altre, che solo Iannone in stato di grazia ha saputo colmare, in parte, a Phillip Island; il meteo, che al momento sembra escludere possibilità di pioggia per domenica, una variabile pericolosa per il maiorchino; le sue motivazioni, ben superiori a quelle degli hondisti Pedrosa e Marquez, in corsa per la vittoria di tappa o poco più (il quarto posto iridato per Dani).

Con Lorenzo sul gradino più basso del podio dietro a Pedrosa e Marquez, Rossi potrebbe accontentarsi del 6° posto: un risultato alla portata nonostante la partenza a handicap; e uno scenario reso plausibile dalla superiorità della Honda stessa, quantomeno nelle mani di Pedrosa, nell’ultimo gp di Sepang.

Lorenzo vincitore costringerebbe Rossi ad arrivargli alle spalle, in seconda posizione ovvero davanti alle Honda: eventualità possibile per il maiorchino, ben più ardua per il pesarese, chiamato al doppio sforzo di risalire più velocemente possibile il gruppo per non perder contatto dai primi e battere due moto e piloti di pari livello nel finale.

Abbiamo volutamente tenuto per ultima l’ipotesi di Lorenzo al secondo posto finale. In questo caso a Rossi basterebbe – si fa per dire – il gradino più basso del podio. E qua entra in gioco la ‘variabile’ Marquez. Ammettendo che Pedrosa, in gran forma e libero da pressioni, riesca a replicare la gara di Sepang andando a vincere, come correrebbe Marquez se gli segnalassero l’arrivo di Rossi dalle retrovie, in un’ipotetica lotta a tre con Lorenzo? La sua posizione nel terzetto diverrebbe determinante in ottica iridata, specie se dovesse terminare terzo, frapposto ai due contendenti con Lorenzo 2° e Rossi 4°. In questo caso Vale e Jorge finirebbero a pari punti (325) ma col titolo allo spagnolo per il maggior numero di vittorie (6-4). La beffa peggiore per Rossi.

Marquez in bagarre coi due rivali camminerebbe sulle braci ardenti perché la sua condotta, in un senso o nell’altro, potrebbe essere equivocabile. Non tanto se riuscisse a strappare il secondo posto battendo entrambi in volata, quanto se finisse, appunto, tra i due dopo il precedente malese, indirizzando il titolo verso Lorenzo. O se – ulteriore ipotesi –, non riuscendo a scrollarseli di dosso, finisse per non intromettersi, regalando a quel punto il mondiale a Rossi. Una posizione comunque scomoda. 

E chissà che la realtà non superi l’immaginazione…

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