Delusione azzurra. Fuori anche Seppi. L'ostacolo Wawrinka appare insormontabile al fragile Andreas di oggi, che, come spesso accade, regala un set prima di entrare nell'incontro, e non riesce ad invertire la rotta di una partita decisa già forse prima dell'ingresso in campo. 6-3 6-4, con un break sul 3-3 del secondo set a chiudere i conti. Fuori Seppi e prima di lui Fognini. Indecifrabile Fabio. Cresciuto, esploso sulla terra, torna nel guscio sul duro cemento americano. Quasi retrocede, come a disilludere chi s'era infiammato per i suoi successi sul rosso. I primi 10 a un passo, Stoccarda, Amburgo, il prestigio e la gloria. Poi il genio soverchiato dalla sregolatezza. “Se avrò voglia di rompere una racchetta, continuerò a farlo”, aveva detto il Fognini vincente. Giusto, contrire un istrionico come lui, significa soffocarne il talento. Ma tra un eccesso e un colpo di testa passa il futuro di un possibile campione, che rischia di restare giocatore di classe, costretto nel limbo da una tenuta mentale latente. 6-2 6-4, battuto da Stepanek, battuto da se stesso. Non gioca il primo set Fognini, nel secondo recupera da 0-4, poi, folle, si incarta tra polemiche e doppi falli, fino al volontario doppio fallo di piede che chiude il match. Più che di superficie, aldilà dell'amore per la terra, terra di conquista, è quindi di testa il gap da colmare coi grandi del seeding. Colpi da campione, ma limiti importanti. Come Gulbis, che ancora una volta si scioglie al cospetto di esami importanti e cede al russo Youzhny 7-5 6-3.

 

Torna alla vittoria il re titubante. I problemi alla schiena, il cambio di racchetta, le sconfitte in serie, non contro signori del tennis, ma carneadi del gioco. Il Federer giocatore, il Federer campione, prova a uscire dal momento più difficile. All'alba dei 32 anni tenta l'ultima rinascita. L'ultimo squillo di tromba prima dell'addio. Sa che il sole si spegna anche sulle leggende. Che le storie più luminose hanno una fine. Il Migliore vuol però decidere la sua fine. Lasciare col botto. Grande tra i grandi. Dopo l'assenza a Montreal, riappare a Cincinnati e a sorpresa col vecchio “attrezzo”, non moderno sì certamente, ma quello che per anni, insieme a un tennis inarrivabile, lo ha reso intoccabile. Riappare e finalmente esulta. Battuto Kohlschreiber, 6-3 7-6. Possibile ora una sfida tra artisti con Tommy Haas, impegnato al secondo turno con Granollers.

 

Prosegue spedita la marcia del bulgaro Dimitrov, mentre Stepanek, giustiziere di Fognini, ha già abbandonato il torneo per mano del francese Benneteau. Oggi intanto esordio per gli altri big del torneo. Murray affronta Youzhny, Djokovic trova Monaco, che ha sconfitto 6-3 6-2 Melzer, mentre per Nadal l'ostacolo è Benjamin Becker. Si salva Ferrer, dopo una maratona contro Harrison, chiude 6-4 al terzo, mentre avanza Pospisil, semifinalista a Montreal, grazie al forfait di Simon.

 

Nel tabellone femminile, secondo turno e prime sorprese. Gli Stati Uniti hanno travato l'erede di Serena Williams. Prepotente l'ascesa di Sloane Stephens, che elimina 6-3 al terzo, in rimonta, Maria Sharapova. Nessun problema per Vika Azarenka. 6-1 7-6 alla King. In casa Italia, dopo l'uscita di scena di Karin Knapp, brava comunque a strappare un parziale, il primo, alla forte Kerber, e di Flavia Pennetta, battuta in tre dalla Lepchenko (6-2 2-6 6-2), restano in corsa le solite Errani e Vinci. Sara, che ha usufruito di un bye d'esordio, se la vedrà con la polacca Hercog, mentre per Roberta, uscita indenne dalla battaglia con la Mattek-Sands (6-4 5-7 6-3), c'è Andrea Petkovic.