Sempre e ancora lei, Serena Williams: dopo una stagione impeccabile nella quale la n.1 del mondo è riuscita ad aggiungere ben altri 10 titoli al proprio palmarès, corona la fine di questo 2013 col trofeo dei WTA Championships, a testimonianza della sua egemonia sul circuito femminile, imponendosi in 3 set sulla neo n.3 del mondo, Na Li.

Dopo due semifinali non facili per entrambe, da una parte l'incostanza della cinese che ha sudato sette camicie per domare Petra Kvitova e dall'altra una stanchezza, a sua detta, accumulata da mesi, per l'americana che ha dovuto tirare per le lunghe lo scontro con Jelena Jankovic, abbiamo assistito ad una partenza a mo' di Fast&Furious per la Li, che in principio faceva ben sperare in termini di emozioni e colpi di scena per questa ultima finalissima ad Istanbul - ricordiamo infatti che l'anno prossimo i Masters si sposteranno a Singapore: anche se con percentuali basse, soprattutto per quanto riguarda la prima palla al servizio, una compensazione molto aggressiva in fase d'attacco ha fatto si che l'asiatica riuscisse a strappare agilmente il primo set ad una stordita quanto impreparata Serena.

Ovviamente tutti si aspettavano una reazione della statunitense nella ripresa che effettivamente si è messa di buona lena su ogni singolo punto a rosicchiare le certezze dell'avversaria e portandosi sul 3-0. La Li però ha voluto subito dimostrare che non era giornata di regali e di pronta risposta ha riportato l'inerzia del match dalla sua parte raggiungendo la parità. Evidentemente la sopportazione di Serena era arrivata al limite, farsi prendere a pallate da fondo campo, sul suo stesso terreno, superata con la sua stessa tattica, non era proprio cosa per l'orgogliosa n.1 che ha ingranato la marcia ed ha messo a segno un parziale di ben 9 games consecutivi.

L'implacabile pantera di Compton non le concede neanche il game della bandiera quando ormai appare chiaro come la partita sia già in archivio. Peccato per l'occasione sfumata ma non magra consolazione ottiene la cinese che raggiunge Best Score, Best Ranking e finale ai WTA Championships per la prima volta in carriera, l'onore di essere la miglior asiatica di sempre - prima di lei la giapponese Kimiko Date-Krumm era riuscita ad occupare la 4° del ranking nel novembre del 1995 - e la chance di difendere l'onore delle "mature" del circuito, sì, perché lei e Serena di certo due giovincelle (31 e 32 anni) ma a quanto pare è proprio da 2 come loro che devono ancora guardarsi le "underdogs" che vogliono tentare la scalata alla vetta.

E chissà ancora per quanto, sic res stantibus, visto che nella conferenza post match di qualche giorno fa la stessa Serena aveva "avvisato" con un'espressione alquanto sbarazzina che grazie al suo nuovo coach, Patrick Mouratoglou, aveva recentemente scoperto di avere dei margini di miglioramento ancora molti ampi..