Stanislas Wawrinka ha tatuato sul braccio un motto, un dogma che ripercorre la sua carriera tennistica. Se cadi, rialzati, più forte. Mai crollare davanti alle difficoltà, per quanto grandi, impreviste, possano essere. Ha visto scorrere nella sua lunga carriera un mare di occasioni, senza mai coglierle, per sfortuna o mancanze. L'anno scorso ha regalato emozioni e tennis sublime, senza prendersi le meritate soddisfazioni, ma lottando è arrivato qua in Australia, credendo ancora una volta di farcela. E il tennis, sport beffardo, quanto bello, ha pagato il giusto tributo allo svizzero. Stavolta Stan ha raccolto il seme del lavoro, ha sconfitto Djokovic, signore di Melbourne, e nel match odierno il ceco Berdych. Proprio seguendo alle lettera quelle parole che ogni giorno osserva attentamente. Cadere e rialzarsi, anche nella stessa partita. Dominando all'inizio, soffrendo per due set, esultando al termine. 6-3 6-7 7-6 7-6 per lo svizzero. Solo sulla carta una sfida apparentemente agevole. É vero Wawrinka partiva favorito, in virtù delle sette vittorie negli ultimi otto incontro con Tomas, ma proprio quando si è costretti a vincere il braccio può farsi più pesante. Troppo ghiotta l'occasione per cedere alla pressione. Troppo bella la tela, che, quasi ultimata, raffigura il percorso di Wawrinka. Le sagome di Djokovic e Berdych sono già raffigurate. Ne manca una, quella di Nadal o di Federer, per l'ultimo colpo di pennello. Una finale, in un torneo dello Slam. Sì la sorte ha ripagato Stanislas.

 

Non c'erano dubbi alla vigilia. Toccava a Tomas Berdych fare la partita, importante non finire nella ragnatela tennistica di Wawrinka, più forte da fondocampo, con un carnet di colpi nettamente più ampio. Obbligatorio per il ceco servire bene e aggredire in risposta, sfruttare le poche occasioni concesse dallo svizzero, magari forzando, soprattutto sulle seconde di stampo elvetico. Facile a dirsi, meno a farsi. Non a caso, nelle quattro sfide del 2013, Berdych si è imposto solo in Davis, uscendo sconfitto prima a Madrid e poi a Flushing Meadows e nel Masters di fine anno.

 

Il primo set è un perfetto concentrato dei due atleti. L'equilibrio regge fino al 4-3 Wawrinka, fino a quando Berdych non concede palle break, servendo un'alta percentuale di prime. Al primo contrattempo cede il servizio. Sotto 15-40, scende bene a rete, ma sbaglia completamente lo smash e regala game e set allo svizzero, che, senza problemi, chiude poi 6-3.

 

L'elevato numero di aces tiene il ceco a contatto nel secondo parziale. L'allarme rosso si accende sul 3-3, quando Stanislas gioca su livelli altissimi. Conquista la parità con un dritto lungolinea da leccarsi i baffi e sale a palla break con una risposta vincente da applausi. Spalle al muro, Berdych si affida al servizio e salva una situazione precaria. Il naturale epilogo è al tie-break, dove a sorpresa a cedere è Wawrinka. L'elvetico sbaglia un comodo passante di rovescio e subisce la furia in battuta del ceco. Si cambia campo sul 5-1, Stanislas sparacchia via le ultime occasioni di risalita e lascia a Tomas, quasi senza lottare, il set.

 

L'inatteso passaggio a vuoto condiziona Wawrinka, che sbaglia più del solito, non riuscendo a riproporre il tennis visto con Djokovic e ammirato nel primo set. L'inizio del terzo parziale segue l'ordine dei servizi, ma Berdych soffre meno, perché lo svizzero è meno incisivo e non riesce a far spostare il ceco. Fino al 4-4, Thomas concede un sol punto, quando è lui a battere. Un innocuo doppio fallo. La chance, ghiotta, la sciupa al nono gioco. In risposta, vola 0-30, ma perde il duro scambio centrale da fondo campo. É bravo a conquistare il punto che significa palla break, ma non può nulla sul ritorno di Stas, che, aggrappandosi alla prima, si lascia andare a un urlo liberatorio, uno sfogo, quasi a voler scaricare la tensione del momento. A decidere è ancora una volta il prolungamento. A rimettere in partita un remissivo Wawrinka ci pensa Berdych, che commette un doppio fallo pesantissimo, prima di mettere in rete un comodo dritto e chiudere col secondo doppio errore in battuta. 7-3 per lo svizzero e due set a uno.

 

In totale confusione, Berdych serve male in apertura di quarto set. Salva la prima palla break col servizio, ma ne concede un'altra con il terzo doppio fallo nel giro di pochi minuti. É sempre la prima a evitare guai peggiori e a consegnare al ceco un gioco complicato. Gli scambi tornano ad allungarsi e Wawrinka con più convinzione torna a spingere, ma non trova l'allungo decisivo ed è anzi costretto a servire per rimanere nel set sul 5-4 in favore del ceco. Parte male, con un doppio fallo, ma, attento, reagisce bene e induce due volte in fallo Berdych, prima di chiudere con dritto e prima. Si giunge per la terza volta al tie-break. L'elvetico conquista il mini-break iniziale grazie alla volée sbagliata da Tomas e vola veloce 3-0. Come nel set precedente, il doppio fallo, puntuale, suona come condanna definitiva per Berdych, che, sotto 4-1, si getta all'attacco e ricuce, parzialmente, lo strappo. Il dritto, lungo, del ceco porta a tre set-point Wawrinka. Il secondo è quello buono. Quello della finale e del sogno.