È andata male a Camila Giorgi nella sua prima finale WTA a Katowice, Polonia, ma non importa. La sconfitta con la bravissima Alize Cornet non fa male perché l’italiana ha lottato e giocato uno splendido tennis, è arrivata fino al matchpoint sul 5-4, 30-40 del terzo set con la Cornet al servizio. La reazione della francese è stata fenomenale, così come poco prima la Giorgi era stata magnifica nel recuperare un break di svantaggio e passare dal 2-4 al 5-4. La finale si è decisa in pochi punti. Sul matchpoint la Giorgi ha sbagliato una risposta che non si dovrebbe sbagliare in quella situazione, ma era la sua prima finale e si è comportata più che bene.

Come al solito Camila ha attaccato dalla prima all’ultima palla, e riuscire ad arrivare così vicino alla vittoria con un tennis così spregiudicato sembra già un miracolo a chi scrive. Ma è un piacere vederla prendere a schiaffi la palla con quella energia e su questi campi veloci, con quel talento e quel timing, è una strategia vincente. E non delude mai lo spettatore. Il circuito ha bisogno di giocatrici come lei.

La Cornet rispondeva alla sfida, difendendosi spesso dalle risposte della Giorgi come avesse in mano un bastone e correndo su ogni palla con una condizione fisica smagliante. Quella che forse è mancata alla Giorgi, un po’ stanca negli ultimi decisivi game. Ma anche su questo si può lavorare. Il primo set si risolveva al tie-break e Camila non trovava i colpi giusti dopo essere andata sul 3-1. Sei punti consecutivi della Cornet la costringevano alla rimonta. E un break in apertura di secondo set sembrava l’inizio della fine. Niente affatto; Camila Giorgi deve aver ereditato dalle varie Schiavone, Errani e Pennetta la capacità di non mollare e di crederci sempre. Potenzialmente la Giorgi può essere migliore di tutte loro, e nessuna delle tre citate aveva la proiezione che ha Camila a questa età.

Vinto il secondo set 7-5, si andava al duello finale e di nuovo Giorgi perdeva il servizio in apertura. Brutta faccenda, anche perché la Cornet sputava fuoco e non mollava un centimetro. Dal 2-4 però Camila tornava ad aggiustare la mira: in fondo il suo gioco è una questione di matematica, di percentuali. Cerca il vincente da ogni angolo del campo, dal primo all’ultimo colpo. Quanda alza le percentuali le avversarie possono solo guardare la palla.

A furia di vincenti la Giorgi metteva in fila tre giochi consecutivi e arrivava fino al matchpoint. Non era la giornata giusta, ma ce ne saranno altre.