Nel torneo in cui tutte le Dee sono cadute una dopo l'altra, ce n'è una che resiste tenacemente: è, ovviamente, Serena Williams. Con buona pace di chi la dava per finita dopo le tutt'altro che esaltanti campagne Slam fra Australia, Parigi e Wimbledon. E così anche la nostra Flavia Pennetta, dopo un inizio incoraggiante, ha dovuto subire lo strapotere fisico e tennistico di una Williams in forma smagliante.

Flavia sapeva che di fronte a sè aveva una vera montagna da scalare, ma la brindisina non si fa intimorire e parte decisa all'assalto. Al punto che il suo avvio è sfolgorante: 3-0 e, addirittura, doppio break. C'è aria di miracolo sul centrale di Flushing Meadows, ma a spazzarlo via ci pensa subito il ciclone Serena: dal quarto game in avanti, infatti, è un lungo monologo della Williams, che finalmente entra in partita. E per Flavia è notte fonda. Il servizio diventa un'arma devastante fra ace e prime vincenti in quantità industriale, così come la risposta ai servizi della Pennetta. E poi, accelerazioni micidiali e cambi di ritmo che non danno scampo alla brindisina, che alza bandiera bianca sul 6-3/6-2 dopo poco più di un'ora di gioco.

Fra Serena e la finale c'è ora l'ostacolo Ekaterina Makarova. La russa, infatti, piega in due set Victoria Azarenka (6-2/6-2) e si qualifica per la semifinale. Sarà lei a provare a stoppare Serena. Visto l'andazzo di questi giorni, un'impresa assai vicina all'impossibile.