A Ginevra per provare l'impresa. Alla Coppa Davis, a quell'atmosfera magica che avvolge una competizione in grado di sovvertire le gerarchie dei normali tornei Atp, si affida l'Italia, "costretta" a confrontarsi, lontano dal terreno amico, con la Svizzera dei maestri. Mentre l'onda lunga di Flushing Meadows coinvolge ancora stampa e giornali, con la vittoria a sorpresa, in singolare, di Marin Cilic, il panorama maschile si sposta, con cautela, verso il fine settimana dedicato appunto alla Davis.

Roger Federer, battuto sul cemento americano proprio dal croato, punta a conquistare un trofeo ancora assente dalla ricca bacheca. Poche volte Roger ha scelto di impegnarsi anche in Davis, ma ora, in accordo con l'altro fenomeno svizzero Wawrinka, punta a colmare una lacuna importante. Dopo i brividi corsi col Kazakhstan, la Svizzera sembra pronta all'impegno azzurro "La sfida con il Kazakhstan - ha spiegato Federer- ci ha insegnato a gestire i momenti difficili e ad essere una squadra. Bisogna sempre ricordare che ogni match è importante quanto la preparazione".

Diverso il discorso per la nostra Nazionale. L'Italia ha già fatto, in Davis, un capolavoro, superando la Gran Bretagna di Murray. Proprio il ricordo della partita tra Fognini e Murray induce all'ottimismo. Ancora una volta siamo aggrappati alle lune del nostro miglior tennista, che si affida a questo impegno per cancellare i dubbi palesati al recente Slam. La sconfitta contro Mannarino ha fatto storcere il naso, più per atteggiamento che per gioco. Quel "non ho motivazioni" gridato in campo ha destato non poche perplessità. Ora un nuovo test, verso una definitiva crescita che tarda ad arrivare. "Siamo qui in semifinale e ci siamo meritati questo risultato, che mancava all’Italia da sedici anni”.