Più delle parole possono le immagini, più di un racconto può un'emozione. Si possono versare litri d'inchiostro su un foglio di carta, si può calpestare con famelica ansia una tastiera, ma nulla può descrivere le emozioni di Lille quanto il Federer in ginocchio che accoglie la fine del match. Le mani si allargano, le gambe cedono al momento, le lacrime rappresentano una catarsi tennistica, l'ennesimo capitolo di un libro infinito. Si chiude un buco nero, un puntino a ben vedere, in una carriera da leggenda, la prima Coppa Davis della Svizzera coincide, ovviamente, con il primo trofeo di questa specie del Magnifico. Manca l'oro olimpico - Rio ad oggi è troppo distante - per colmare l'ultimo tassello.

Roger Federer completa l'opera, dopo il ritiro e la paura, la sconfitta e il riscatto. Lo sparring partner di giornata non è il potente Tsonga - bloccato da problemi al polso - ma il pacato Gasquet. Richard è tennista che, per caratteristiche, ben si accoppia con Roger. Fa tutto bene, con eleganza paragonabile, ma manca di quel "quid" che differenzia il bello dall'utile, il grande dal grandissimo. Una questione mentale forse. Il rovescio è sublime ed è su quella diagonale che il francese, chiamato al miracolo da Clement e dal pubblico, prova a costruire la partita.

Di fronte c'è però un Federer diverso. Il doppio ha restituito a Roger fiducia e convinzione. La schiena è dolorante, ma l'appuntamento con la storia rinvia ogni fastidio. Il servizio accompagna il n.2 con continuità, il dritto è pungente, la varietà di colpi annulla il piano tattico transalpino. Gasquet si difende con i denti, annulla una miriade di occasioni rossocrociate, ma deve cedere, per forza di cose, al più forte. Il coraggio è arma importante, ma non può essere l'unica. Federer completa il lavoro di Wawrinka e in tre set porta la gloria a casa Svizzera. Un Federer maturo, grande, capace di rinnovarsi.

Le motivazioni costituiscono la via per l'eternità. Vincere tutto e non averne mai abbastanza, avere tutto e divertirsi ancora. Roger Federer, la Coppa Davis e un nuovo inizio.

Federer - Gasquet 64 62 62