Guai a dare per morta Maria Sharapova. Ferita, braccata, sull'orlo del precipizio, la siberiana si aggrappa alla sua classe e al suo infinito orgoglio per rimettere in sesto una partita che a un certo punto sembrava poter incredibilmente scivolare nelle mani di Alexandra Panova, russa di Krasnodar numero 150 al mondo. Sembrava, appunto. Perchè la bella siberiana non si tira di certo dietro se c'è da combattere. Anzi, elmetto in testa e giù in trincea, a erodere centrimetro dopo centimetro le certezze di una Panova che dopo essere stata travolta nel primo set, ha trovato la strada - seppur tortuosa - per strappare con brivido il secondo set, 6-4 dopo essere andata avanti fino al 5-2. Quindi la volata, lunga, per arrivare in testa al terzo set: 4-1 Panova, con vista panoramica sul 5-1 che avrebbe di fatto chiuso le trasmissioni.

Poi, il resto lo fa tutto quel diabolico cimento che è il tennis: le palline che si fanno pesanti, il braccio improvvisamente corto. Dall'altra parte del court, una Sharapova che urla, ringhia, sbuffa, corre e ributta di là tutto. Masha dilaga mentre la Panova non può fare nulla per arginare la furia della più quotata delle russe. E alla fine è hurrah! Sharapova, che si impone per 6-1/4-6/7-5.

Tutto molto più facile e rilassante per le altre teste di serie di questa parte di tabellone: Eugenie Bouchard e Simona Halep non devono troppo faticare per avere ragione rispettivamente di Kiki Bertens (6-0/6-3) e Jarmila Gajodosova (doppio 6-2). La canadese è ora attesa dal talento francese Caroline Garcia, mentre per Simona Halep la pittoresca Bethanie Mattek Sands.

In casa Italia è festa a metà per le Chichis: per una Sara Errani che vince (7-6/6-3), c'è una Roberta Vinci che saluta il torneo, dopo essere stata battuta per 6-2/6-4 da Ekaterina Makarova