Simone Bolelli va di corsa, lascia le briciole a Lukas Rosol e si prepara a un secondo turno proibitivo, sulla carta, contro Milos Raonic, impegnato col qualificato russo Kuznetsov. La prova di forza offerta dall'azzurro contro il potente ceco giunge a conferma di uno stato di forma ottimale. Nel recente periodo di Bolelli l'impresa sfiorata in Australia con Federer e il titolo, sempre a Melbourne, in coppia con Fognini. Un Bolelli ormai pienamente ritrovato, a livello fisico e mentale. Il tennis scorre nel braccio senza intoppi, gli input, originati dalla mente, sono chiari. Spingere, con continuità.

Il servizio è perfettamente centrato - 80% di prime in campo - e la risposta, specie di dritto, è spesso ingiocabile. Simone crea la distanza con Rosol proprio qui. Il ceco è un bersaglio fin troppo facile, in confusione, commette sette doppi falli, conquista solo il 27% di punti con la seconda. Bolelli mette i piedi in campo e comanda. Al termine quasi il doppio di punti per l'azzurro - 59 a 30 - con una sola palla break concessa. 63 61 il punteggio, in attesa del bombardiere Raonic. Il canadese, testa di serie n.2, rappresenta un profilo di altissimo livello, un test oltremodo probante per la crescita di Bolelli. Importante reggere alle bordate di Milos, cogliendo le poche occasioni a disposizione. Variare il gioco, non fornire coordinate di facile interpretazione.

Nel pomeriggio, esce di scena il lettone Gulbis. Il talentuoso Ernests, genio pazzo del circuito, lascia strada a un altro prospetto in forte ascesa, Dominik Thiem. L'austriaco si impone in due, 64 62, evidenziando ancora una volta l'incompleta crescita di Gulbis, a ventisei anni ancora campione in divenire.