Anche il secondo torneo del Grand Slam per il 2015 se n'è andato. Serena Williams ha messo le mani sul terzo Roland Garros in carriera, portandosi a quota venti tornei Major vinti in carriera e ribadendo la propria superiorità, tecnica ma soprattutto fisica, nonostante non abbia vissuto esattamente le due migliori settimane della propria carriera. La tennista americana mantiene intatte le proprie chances di mettere a segno il primo Grand Slam in carriera, avendo trionfato a Melbourne a gennaio e partendo nettamente favorita sia a Wimbledon che, alla fine dell'estate, a casa sua agli US Open. Ma come abbiamo detto, il cammino di Serena a Parigi è stato tutt'altro che agevole: quattro delle ultime cinque partite hanno infatti visto l'americana andare a segno solo in tre set, e in tre di queste gare la Williams è andata addirittura sotto nel parziale decisivo. Nell'ordine, Viktoria Azarenka, Sloane Stephens e la mina vagante Timea Bacsinszky hanno messo a rischio il torneo della numero 1 al mondo, capace di sfoderare gli artigli nel momento decisivo, così com'è accaduto in finale contro Lucie Safarova, capace di reagire dopo essere andata sotto di un set e un break. Certamente non le migliori condizioni per giocare contro la tennista più forte in circolazione, ma la ceca ha vissuto un Roland Garros fantastico.

Proprio la Safarova, assieme alla già citata Bacsinszky, merita applausi scroscianti per la condotta mantenuta durante il Roland Garros. Dalla clamorosa vittoria agli ottavi contro Maria Sharapova, infatti, la ceca ha disputato una seconda settimana che ha rasentato la perfezione, dominando match sulla carta complicati come quello dei quarti contro Garbine Muguruza e la semifinale contro Ana Ivanovic, partita fortissimo ma spentasi con il passare dei games. Così, dopo i rimpianti per la semifinale ottenuta un anno fa a Wimbledon, Lucie ottiene finalmente un risultato meritato e si prepara psicologicamente alla grande, proprio in vista dell'appuntamento londinese. Si può dire più o meno la stessa cosa della già citata Ivanovic, tornata in semifinale a Parigi dopo sette anni e capace di monetizzare al massimo un tabellone divenuto più morbido grazie alle tante teste cadute. E un applauso va anche alle altre giocatrici giunte ai quarti, come l'ucraina Elina Svitolina; la belga Alison van Uytvanck, grande sorpresa al pari della Bacsinszky, e la nostra Sara Errani, alla quale non è riuscita la 'mission impossible' contro la Williams. Per la giocatrice bolognese, è arrivato comunque l'ennesimo piazzamento tra le migliori otto al Roland Garros, e l'impressione avuta è che, con un tabellone più favorevole, la Cichi avrebbe fatto ancor più strada.

Chiudiamo con le grandi delusioni di queste due settimane parigine. In realtà dovremmo parlare di una sola settimana, visto che tanto è durata l'avventura al Roland Garros di Caroline Wozniacki, Simona Halep e Maria Sharapova. Partiamo dalla danese, che a onor del vero non è stata fortunata nel trovare già al secondo turno una Julia Goerges in grande forma, come ha dimostrato proprio la sfida contro la numero 5 al mondo. La romena, invece, rappresenta la maggiore sorpresa negativa di questo Roland Garros: diciamocela tutta, perdere in due set contro Mirjana Lucic-Baroni non è esattamente ciò che ci si aspetta dalla numero 3 al mondo, nonchè una delle favorite per la vittoria finale, ma l'impressione data dalla Halep in queste settimane è che la sua condizione fisica non sia delle migliori. Infine MaSha, sconfitta da una super Safarova ma in generale non perfettamente concentrata dopo la grande vittoria ottenuta a Roma. Menzione a parte per Eugenie Bouchard, il cui strepitoso 2014 sembra già chiuso in cantina, visto il pessimo andamento di questa stagione: a Parigi è uscita subito di scena come a Madrid e Miami, e vista la semifinale ottenuta un anno fa e da difendere quest'anno è arrivato l'inevitabile tracollo, con l'uscita dalle Top Ten.