Serena Williams è la giocatrice più forte al mondo, lo ricorda ogni qual volta si trova spalle al muro, costretta ad elevare il suo livello di gioco. Il quarto di finale tra la tennista americana e la bielorussa Vika Azarenka resta al momento il miglior match del torneo, al femminile, per distacco. Williams colpita e contata in piedi nel corso del primo set, straordinaria nel momento di maggior equilibrio del secondo, disarmante, per continuità, nel terzo. La Azarenka gioca una partita ai limiti della perfezione, ma la Williams ha sempre una carta che cambia l'incontro. Ora, in semifinale, sulla strada di Serena, c'è Maria Sharapova. La Williams rappresenta per la Sharapova ricordi e gioie, sconfitte e dolori.

Nell'anno di grazia 2004, quello dell'esplosione della divina russa, Maria Sharapova si presenta giovanissima a Wimbledon. Doma l'erba e il mondo si ferma, ammaliato dalla consistenza della tennista dell'Est. A fine anno, il secondo smacco a Serena. Maria doma la minore delle sorelle Williams nel torneo tra le migliori otto del circuito. Da allora, un buco nero. La Williams sembra avere tutte le giuste contromisure al tennis fatto di carattere e bordate della Sharapova. Nel frattempo, Maria porta a compimento una metamorfosi tennistica. Diventa glaciale sulla terra, signora del rosso per diverse stagioni, ma perde la sua incidenza a Londra, nel torneo della grandezza. 

Oggi si ritrovano, in semifinale, con la Sharapova che deve fermare una descensio lunga 16 sfide. Si ritrovano, a casa Serena, con la Williams che mette sul piatto un totale di 24 vittorie in 27 semifinali Slam. Maria è pronta a salire nuovamente al n.2 del ranking, ma davanti c'è Serena, un incubo da esorcizzare. 

Sul Campo Centrale, prima di Williams - Sharapova, Muguruza - Radwanska. Il bilancio tra le due è in perfetta parità, due successi a testa nei 4 precedenti. Garbine Muguruza, classe '93, nativa di Caracas, ha il volto fresco, il sorriso genuino, è una boccata d'ossigeno nel tennis che fatica a cancellare miti cristallizzati dal tempo. Dopo due quarti di finale a Parigi, prima semifinale in un torneo Slam per la spagnola. Di fronte, Agnieszka Radwanska. Mesi difficili, battute d'arresto senza spiegazione apparente, fino all'avvento dell'erba. Sul verde, la Radwanska respira nuovamente aria di tennis, il suo tennis. Varietà, talento, completezza. Semifinale a Nottingham, finale a Eastbourne - persa con la Bencic - semifinale a Wimbledon. A Londra, un altra campagna di successi, dopo la semifinale del 2013 e la finale del 2012. Sensazioni contrastanti, il sapore della prima volta, la voglia di riaccendere i fasti del passato.