Nella seconda semifinale del tabellone maschile di Wimbledon edizione 2015 Roger Federer, testa di serie numero due, sconfigge in tre set il britannico Andy Murray, raggiungendo in finale Nole Djokovic, vincitore su Richard Gasquet nel primo match di oggi sul Centre Court.

7-5 7-5 6-4 lo score conclusivo a favore dello svizzero, che non dice però nulla della qualità e dell'intensità del tennis di un Federer versione extralusso, molto concentrato e deciso ad accorciare gli scambi con serve and volley e diritti vincenti. Murray prova a tenere testa al suo avversario sin dall'avvio di partita, quando lo svizzero concede la prima e unica palla break dell'incontro, immediatamente annullata dal 33enne di Basilea. Il primo set segue l'andamento dei servizi, con Federer capace di collezionare aces in serie (saranno 20 alla fine) e di mantenere alto il ritmo degli scambi, evitando dispendiosi palleggi da fondo campo e prendendo appena possibile la via della rete. Lo scozzese regge il confronto sino al 5-6 in suo sfavore, quando è costretto a fronteggiare due break points sul suo turno di servizio. Salvata la prima palla set, Murray è chiamato avanti da Federer che, con un passante di rovescio basso e centrale, sul quale il britannico non riesce a giocare la voleè, si aggiudica il punto e la prima frazione.

Il secondo set prosegue sulla falsariga del primo. Lo svizzero è centratissimo al servizio e non concede occasioni all'avversario che dal canto suo è costretto a veri e propri miracoli per non uscire prematuramente dal match. Ancora una volta, sul 4-5 e servizio Murray, Federer si trova avanti nel game, avendo tre set point consecutivi a disposizione (cinque in totale). Il beniamino di casa li annulla tutti e, al termine di un game tanto lungo (20 punti giocati) quanto spettacolare, riesce a portarsi sul cinque pari. Potrebbe essere un turning point favorevole per Murray, ma Federer risponde tenendo a zero il suo game di battuta (percentuali impressionanti le sue, 76% di prime in campo, dalle quali ricava l'84% dei punti). Nel turno successivo il fuoriclasse elvetico riesce finalmente a strappare il servizio al rivale, chiudendo nuovamente il parziale per sette giochi a cinque.

Un Federer sempre più convinto, sorretto da una condizione atletica invidiabile, lascia poi le briciole durante i suoi game in battuta, mentre Murray sembra sempre di più in difficoltà, nonostante faccia il possibile per restare in partita. Lo scozzese lotta fino in fondo, ma i suoi sguardi verso il player box lasciano trapelare sorpresa e incredulità di fronte alla prestazione dello svizzero che, tra sensazionali passanti di rovescio e una varietà di colpi sconosciuta a chiunque nel circuito, chiude in due ore di gioco una delle più belle semifinali tra le tante giocate a Wimbledon. Murray si arrende dunque in tre set, a stento consolato dagli applausi tributatigli dai suoi fan presenti sul campo centrale. Difficile chiedere di più oggi al numero tre al mondo, dimostratosi vero guerriero, ma arresosi di fronte ai 51 vincenti (contro i soli 11 errori non forzati) del suo avversario.

Federer raggiunge così la sua decima finale a Wimbledon (sette a due il bilancio a suo favore), dove incontrerà Novak Djokovic per la rivincita del match dello scorso anno, vinto al quinto set dal campione serbo. Il Federer di queste due settimane sull'erba è molto vicino ai suoi standard migliori. Intendiamoci, la sua pur notevole condizione atletica non è ovviamente paragonabile alla forma fisica di cinque-sei anni fa, ma l'estrema concentrazione e la maggiore lucidità tattica espressa durante tutto l'arco del torneo fanno dello svizzero un cliente realmente scomodo anche per il numero uno del mondo. La continuità al servizio e la tenuta dei colpi di rimbalzo, uniti ad un'eccezionale attitudine a giocare nei pressi della rete, hanno sinora consentito a Fedexpress di esprimere al meglio tutto il suo inestimabile talento, sino a giungere alla ventiseiesima finale Slam della carriera. Anche il rovescio, da sempre termometro dello stato di forma di Roger, sta risponendo alla grande alle sollecitazioni avversarie, soprattutto con il lungolinea in top-spin, accuratamente variato con tagli in back per cambiare ritmo allo scambio. Per battere questo Federer sul campo centrale di Wimbledon servirà dunque la miglior versione di Nole Djokovic, in una finale che tutto il mondo del tennis attendeva e che sarà la degna conclusione del torneo più prestigioso al mondo.

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Andrea Russo Spena
Laureato in giurisprudenza, con una passione senza confini per lo sport. [email protected]