Entra nel vivo la stagione tennistica sugli "hard court" americani. Lasciata la vecchia Europa, il circus della WTA fa rotta verso il Nord America e corre veloce verso gli Us Open.

A Stanford e Washington le prime schermaglie, con alcune delle big che hanno scelto i due tornei per affinare le armi in vista della Rogers Cup, torneo Premier con 1000 punti in palio e ricco montepremi. Ma, soprattutto, primo vero antipasto di quanto si vedrà fra un mesetto sui campi di Flushing Meadows. Al tavolo però non siederà Maria Sharapova: la bella siberiana, che in Canada avrebbe dovuto affrontare il primo impegno ufficiale dopo la semifinale di Wimbledon, ha alzato bandiera bianca causa affaticamento muscolare alla gamba destra. Decisamente un periodo no per Masha che ai guai in amore deve assommare anche quelli sul campo da tennis.

Al netto dell'assenza di Masha, tantissimi gli spunti che offre questo torneo: innanzitutto c'è la caccia a Serena Williams. Fresca di slam numero 21, Serenona punta alla vittoria numero 4 in questo torneo, che le permetterebbe di eguagliare Monica Seles, regina ininterrotta a cavallo fra 1995 e 1998. 

C'è poi un folto gruppo di giocatrici da tenere d'occhio per i motivi più disparati. A partire da Garbiñe Muguruza, al suo esordio alla Rogers Cup: la spagnola, che ha impressionato tutti per il suo gioco a Wimbledon - dove ha raggiunto meritatamente la finale cadendo solo al cospetto di Serena Williams -  è fra le rising star del movimento e sul cemento canadese è attesa all'esame di maturità. Discorso simile per Belinda Bencic. Della diciottenne elvetica si parla gran bene già da due anni, e quella in corso pare proprio essere la stagione della sua consacrazione: il primo titolo WTA - arrivato sull'erba di Eastbourne al termine di una convincente vittoria ai danni di Aga Radwanska  - la bella cavalcata di Wimbledon interrottasi agli ottavi di finale. Musica per le orecchie elvetiche, che gongola all'idea di aver trovato nella ragazza di Flawill l'erede di Martina Hingis. E se aggiungiamo la super stagione dell'eclettica Timea Bacszinsky - anch'essa presente a Toronto - la gioia in casa Svizzera è completa.

Altra tennista che sembra attraversare un buon momento è Agnieszka Radwanska. La polacca ha trionfato nella passata edizione - disputatasi a Montreal, dove quest'anno ci sarà invece il torneo maschile - è reduce dai quarti di finale conquistati a Stanford ma soprattutto dalla semifinale di Wimbledon. Una lenta uscita dal tunnel dopo un avvio di stagione con tante ombre e pochissime luci, per una giocatrice che, se in forma, illumina con il suo tennis leggero e di classe, quasi mosca bianca in un tennis appannaggio quasi totalmente delle picchiatrici.

Categoria in cui rientra appieno Vika Azarenka: la bielorussa sembra essere tornata su buoni livelli, soprattutto fisicamente. Una manna per Azarenka, tennista tutto cuore e orgoglio, troppo spesso frenata dalla fragilità fisica

Alla voce "personaggi in cerca di autore" vanno invece catalogate Genie Bouchard e Simona Halep. Tanto la stellina canadese quanto la pugnace romena, sembrano essere finite precipitate in una spirale negativa da cui faticano a uscire. La loro eliminazione precoce all'ultimo slam londinese, sono solo le punte dell'iceberg della crisi attraversata da queste due giocatrici, per cui l'unica parola d'ordine è riscatto. La stessa che vale per Petra Kvitova, che dovrà mondare il suo sistema operativo da inspiegabili black out che ogni tanto inceppano la talentuosa mancina ceca.

A caccia del trono anche Caroline Wozniacki, le due punte serbe Ana Ivanovic e la maratoneta Jelena Jankovic, le due bombardiere tedesche Sabine Lisicki e Angelique Kerber, mentre l'Italia giocherà le carte Sara Errani, Karin Knapp, Flavia Pennetta e Roberta Vinci.