Non riesce a ripetersi Fognini dopo la storica vittoria con Nadal e cede male contro Feliciano Lopez agli ottavi. Peccato, perchè l'occasione era di quelle da sfruttare per concedersi almeno il lusso di un quarto di finale da leccarsi i baffi sull'Arthur Ashe con Djokovic. Il rammarico più grande sta nel fatto che, numeri alla mano, la partita l'ha persa Fabio, sceso in campo visibilmente spento e incapace di trovare il bandolo della matassa al tennis sui generis dello spagnolo. Troppi sono i gratuiti concessi dall'azzurro da fondo campo, soprattutto visto il ritmo blando che lo spagnolo dava allo scambio, ed è qui che molto probabilmente è sfuggita via la partita.

E dire che di occasioni l'italiano ne ha avute eccome, basta vedere il primo game dell'incontro, con Lopez molto falloso col colpo successivo al servizio e Fabio avrebbe subito la possibilità di portarsi avanti ma non riesce a sfruttare nessuna delle 3 palle break. La stessa cosa non si può dire dello spagnolo, lesto a sfruttare i momenti di buio nel tennis di Fognini: nel quarto game infatti Fabio sbaglia 3 diritti e regala il break a Lopez che sfugge via 3-1 e in poco meno di 30 minuti di gioco porta a casa il primo parziale per 6-3.

Nel secondo set ci si aspetta quanto meno una reazione d'orgoglio dell'azzurro, troppo falloso da fondo campo sulle continue palle senza peso offerte sapientemente dallo spagnolo, e lo scatto sembrerebbe anche arrivare quando, nel quarto game, complice un errore clamoroso a rete dello spagnolo e uno stupendo passante di rovescio, si procura 3 palle break consecutive. La seconda è quella buona e Fabio si porta avanti 3-1 e servizio.                                             C'è però una regola non scritta nel tennis sul veloce: contro i grandi battitori (come Lopez) non bisogna mai perdere la concentrazione sul proprio turno di servizio perchè poi recuperare diventa molto dura. E questo, purtroppo, è il grande limite di Fabio sulle superfici rapide. E infatti, dopo tanta fatica fatta per strappare il servizio all'avversario (ingiocabile quando serve da sinistra con lo slice da vero mancino), Fognini restituisce il break all'avversario nel settimo game e set quindi che si decide al tie-break.

Tie-break che è un'istantanea del tennista azzurro, capace di portare a casa punti impossibili per il 90% dei giocatori del circuito, ma che si perde incomprensibilmente sulle cose più semplici: ecco che subito sotto di un mini-break per un passante fattibile di rovescio affossato a rete, ha l'occasione di rifarsi subito dopo ma sbaglia un altro passante, ancora più facile del precedente col campo praticamente sguarnito. Salva un secondo minibreak con un impossibile passante incrociato, e sul 6-4 per Lopez, trova una super risposta tra le stringhe dello spagnolo annullando il primo set point. Il secondo set è nelle sue mani, nel suo servizio, che stavolta è efficace ma sbaglia la semplice conclusione col diritto successivo da metà campo e consegna anche il secondo parziale allo spagnolo.

Adesso rimontare è veramente dura, ripetere l'impresa fatta solo 48 ore fa sembra impossibile anche perchè lo spagnolo al servizio ha concesso veramente le briciole dopo il break subito nel secondo set.  Il terzo set si apre con un medical time-out chiesto da Fognini per problemi alla schiena e con il servizio dell'azzurro che ancora si perde, insieme al suo diritto che tanto ci aveva fatto gioire contro Nadal: in un attimo si arriva al 3-0 Lopez. A braccio sciolto e senza più niente da perdere l'italiano salva altre 3 palle break nel quarto game, ha una piccola occasione per rientrare in partita nel game successivo quando si trova 30-0 ma stecca il colpo successivo e Lopez non gli fa più toccare la pallina con il servizio. Il doppio break è nell'aria, e arriva nel sesto game con tanto di doppio fallo. Lopez si aggiudica facilmente il suo turno di battuta successivo e può così festeggiare il primo quarto di finale agli Us Open.

Continua nel frattempo “la maledizione Nadal”: nel 2015, infatti, tutti i giocatori che hanno battuto lo spagnolo (fatta eccezione per Djokovic), si sono arresi al turno successivo. E stavolta c'era davvero una grande occasione per sfatare questo mito...

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