Il profumo dell'erba. Halle ad aprire la stagione in verde. Dopo i tormenti della terra, i recuperi sfrenati, le interminabili sequenze di colpi, arrivano, come aria fresca, la velocità, lo scambio rapido, l'uno-due improvviso, caratteristico di una superficie espressione di talento e tocco. Si passa insomma dall'apoteosi della corsa e della difesa, della strenua resistenza all'esaltazione di servizio, volée e gioco d'attacco.

 

Roger Federer ritrova la superficie che più ama. Halle, il Gerry Weber Open, per assaporare antiche sensazioni, prima di scendere nella sua casa inglese, a Wimbledon, e provare a dimostrare che i passi falsi tra la polvere rossa non erano sinonimo di declino, ma semplice appannamento. Per lui all'esordio il tedesco Stebe, che ha sconfitto 6-2 6-4 Wang. Si è divertito il campione svizzero qui in Germania. Ha giocato il doppio con Haas, dopo anni in un torneo Atp, uscendo sconfitto, ma col sorriso sulle labbra, contro Melzer e Petzschner. Apprendistato in vista del singolare. Federer e Haas. Haas e Federer. Sempre loro come nella finale dello scorso anno, che vide prevalere Tommy, trentacinquenne di rilancio. Subito una sfida intrigante per il talento di Amburgo. Sul suo cammino Ernests Gulbis, che ha regolato il cipriota Baghdatis. Non senza i classici “colpi” alla Gulbis. Un primo set dominato, 6-4, poi un secondo in cui improvvisamente la luce si spegne e sparisce il dritto fino ad allora perfetto. Subisce il break all'ottavo gioco, calpesta e frantuma la racchetta, suscitando i fischi del pubblico e consegnando il parziale al suo avversario. 6-3. Va sotto 0-40 nel terzo game del set decisivo e lì risorge. Un lob e una volée d'autore. Ma non è finita, perché poco dopo compie il secondo miracolo. Rimonta da 40-0, manda in crisi Baghdatis, che, sotto pressione, commette un sanguinoso doppio fallo e chiude in sostanza qui l'incontro. 6-3. Indecifrabile, discontinuo, ma contraddistinto da una classe con pochi eguali il lettone. Un peccato che uno tra lui e Haas debba lasciare prematuramente il torneo.

 

Primi turni e prime sorprese. Milos Raonic cede il passo, nettamente, a Gael Monfils. Il francese tornato in auge tra le mura amiche di Parigi, in un torneo che lo ha visto prima eroico combattente e poi malaugurato sprecone, rimontato da Robredo, quando era due set avanti, sconfigge l'incerto canadese che perde ripetutamente il servizio, lui che fa della battuta la sua arma migliore. I consigli di Ljubicic non hanno ancora fatto breccia nella testa di Milos. 6-4 6-2 il finale. Eliminato anche Jerzy Janowicz, visto al Foro contro Federer, da Basic. Sorpresa doppia, visto che quest'ultimo è stato ripescato all'ultimo dopo il forfait di Petzschner. Fatali due tie-break. 7-6 3-6 7-6. Come loro delude il gigante Brands. Per un set e mezzo padrone del Philippe Chatrier contro l'ombra di Rafa Nadal, subisce malamente il qualificato Hernych. 6-4 6-2 per il ceco. Nessun problema per Florian Mayer con l'austriaco Fischer, mentre si annuncia interessante il secondo turno tra il russo Youzhny (6-1 6-2 a Gimeno-Traver) e il giapponese Nishikori, che ha beneficiato di un bye.