Il tentativo di riscatto di Roger Federer parte dal cambio di allenatore; sul suo sito l'elvetico ha comunicato la separazione consensuale dal coach Paul Annacone, ex coach anche di Pete Sampras, che lo seguiva dall'agosto del 2010.Così come fece lo scozese Andy Murray ad inizio 2012, che si affidò ad Ivan Lendl per riscattarsi e levarsi di dosso la pesante etichetta di perdente di lusso. E ci riuscì in pieno, vincendo nello stesso anno solare le Olimpiadi di casa ed il tanto agognato primo titolo Slam, gli US Open.

La sconfitta a Shanghai contro Gael Monfils non ha fatto altro che aggravare il bottino già magrissimo di questo 2013 di Federer. Ora Roger non può più permettersi nessun passo falso, pena la mancata qualificazione per il Master di Londra. A farne le spese è innanzitutto Paul Annacone, suo coach dall'agosto 2010; il rapporto tra i due è giunto al capolinea con buona pace di entrambi.

I due, agli albori della triennale collaborazione, si erano preposti di vincere uno Slam e di tornare al top del ranking ATP; a onor del vero, entrambi gli obiettivi sono stati centrati, grazie alla vittoria a Wimbledon 2012 su Andy Murray ed il conseguente ritorno al numero 1 della classifica mondiale, prima uguagliando e poi superando il record di Pete Sampras di 286 settimane al comando della classifica. Sotto la guida di Annacone, Federer ha vinto, oltre al già citato Wimbledon, 3 Atp 250, ossia Stoccarda 2010, Qatar 2010 ed Halle 2013; 4 Atp 500, Basilea 2010 e 2011, Rotterdam e Dubai nel 2012, oltre a 4 Master 1000, Parigi Bercy e Indian Wells nel 2011, Madrid e Cincinnati nel 2012.

La parabola discendente del 2013 ha di conseguenza portato Federer a cercare nei cambiamenti tecnici la chiave di volta, tentando prima il cambio di racchetta, passando dalla storica da 90 inch ad una da 98 inch, tornando ben presto sui suoi passi; ora, la svolta potrebbe arrivare dal cambio alla guida tecnica. Alcuni precedenti potranno confortare lo svizzero, ed indubbiamente avranno pesato nella scelta: il primo importante cambio di coach nella carriera dello svizzero fu nel 2004, quando ruppe il sodalizio con Peter Lundgren, l'allenatore delle prime grandi vittorie, dei primi Slam a cavallo tra il 2003 ed il 2004, due Wimbledon, poi Australian Open e US Open, oltre alla conquista della testa della classifica mondiale.

Rimase senza guida tecnica fino all'inizio del 2005, quando decise di affidarsi all'ex tennista australiano Tony Roche, che restò al fianco di Federer fino al maggio del 2007. In quel caso, decisiva fu la sconfitta agli Open d'Italia per mano del nostro Filippo Volandri. Pochi mesi dopo, in agosto, arrivò a vincere il suo 50esimo torneo in carriera, a soli 26 anni, grazie anche al salto di qualità generato dalla collaborazione con Roche, anni in cui Roger divenne il numero 1 indiscusso del tennis mondiale. I sostituti di Roche furono prima Figueras e poi il capitano svizzero di Davis Luthi, in un periodo storico in cui Federer soffrì la concorrenza ed il dualismo con Nadal.

Nel 2010, come detto, si affidò ad Annacone, che contribuì al riscatto di un campione che sembrava già sul viale del tramonto. E come allora, è ancora troppo presto per celebrare il funerale sportivo del più grande tennista di sempre.