Roger Federer supera Jo Tsonga e accede alla semifinale del Masters 1000 di Monte-Carlo. Un Federer insolitamente nervoso, addirittura richiamato, scocciato quasi dall'andamento di un incontro reso complicato dall'incapacità di Federer di sfruttare le innumerevoli occasioni concesse da Tsonga. Un nugolo di palle break sfumate per imprecisione e fretta, con un Jo Tsonga che sogna l'impresa fino al tie-break del secondo set. Perso il prolungamento, sfugge via veloce anche il match. Ha poco da recriminare il transalpino, capace di imbrigliare Federer, grazie alla varietà al servizio e a un dritto potente e spesso preciso. Roger è sì centrato sulla palla, ma fatica, in special modo nel primo set, a limitare gli errori di rovescio. Ritrovata la parità scioglie il braccio e regala momenti di grande tennis. Armonioso, libera il talento, mostrato solo a tratti nei primi due parziali, e, complice il crollo mentale di Tsonga, chiude in trionfo 6-1.

I primi giochi scorrono rapidamente, col netto predominio di chi si trova al servizio. Entrambi cercano in fretta il vincente, evitando, quando possibile, di scambiare. Il primo momento critico, per Tsonga, arriva al quinto game. Un rovescio lungolinea consente a Federer di conquistare la prima palla break, ma la successiva risposta si spegne in rete. Va in fumo anche la seconda chance, acquisita grazie a un passante perfetto, e Tsonga riesce con fatica a portarsi sul 3-2. Scampato il pericolo, il transalpino coglie il passaggio a vuoto dello svizzero. Due dritti permettono al francese di allungare sul 4-2. Non tarda però ad arrivare un'altra possibilità per l'ex n.1. Un dritto in contropiede completato da un errore di Jo, lancia Federer a palla break. Qui è bravo Tsonga, che eleva il livello di gioco, confermando il margine di vantaggio. Roger, alterato, affronta con superficialità il turno in battuta. Sbaglia due volte e si ritrova 15-40. Respinge il primo assalto, ma capitola, eccedendo ancora col rovescio. Troppi 16 gratuiti per contrastare Tsonga. 6-2. 

Il secondo set racconta quanto visto nel primo. Ad avere le occasioni più ghiotte è sempre Federer, ma Tsonga prontamente replica, chiudendo la porta ad ogni tentativo dello svizzero. Si riequilibra il conto degli errori e il tennis si fa più gradevole, con entrambi i contendenti decisi a mettere in campo il massimo del repertorio. Federer ottiene le prime palle break sul punteggio di 1-1. Un gioco bellissimo in cui l'elvetico ricama prima un lob da urlo e poi un passante in corsa di rovescio da artista. Non basta, perché ognuna delle 5 possibilità si spegne rapidamente. Sul 2-2, un dritto in corridoio e una risposta maldestra di rovescio impediscono a Federer di concretizzare il break. La tavola sembra apparecchiata per lo sgambetto di Tsonga, che ha la sua grande chance sul 3-2. Qui non coglie il momento e permette al suo avversario di restare in scia. In ogni turno di servizio di Jo, Roger ha enormi anfratti in cui infilarsi e colpire, ma sperpera, trascinando il set al tie-break, dopo esser risalito da 6-5 0-30 con una demi-volée di bellezza stordente. Nel prolungamento Federer vola subito avanti di un mini-break e si guadagna tre set point, i primi due sul proprio servizio. Non chiude nemmeno stavolta. Sul 6-6, Tsonga sparacchia in rete il dritto e stavolta la testa di serie n.4 scende a rete a prendersi il parziale. 7-6(6) Federer.

Il finale di set ha esiti opposti. Federer torna a vedere la luce e allontana la paura dell'eliminazione, Tsonga sente di aver lasciato un'enorme occasione e, svuotato, si consegna. In pochi minuti tutto si risolve e quel che prima pareva impossibile, diviene automatico. Federer si difende alla grande e col dritto conquista il primo break del match. Sul 3-0, Tsonga si fa rimontare da 40-0, sbaglia un comodo smash e subisce un terrificante lungolinea di Federer sulla riga per il 4-0. Con orgoglio cancella il primo match point, evitando un pesante cappotto, ma nulla può sulla battuta di Roger, che con una volée difficilissima si procura la palla match, la terza, e chiude grazie all'errore di Jo. 6-1 Federer.  

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Johnathan Scaffardi
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