Si osservano, a distanza. Studiano l'uno le debolezze dell'altro, lanciandosi segnali non troppo velati. Il mondo della racchetta ringrazia Roger Federer e Novak Djokovic per un duello che sale di colpi col proseguo del cammino. Djokovic sa che deve difendere un gruzzoletto importante qui a Parigi e poi al Master di Londra, Federer è consapevole della grande occasione. Vede i gradini che portano al trono mondiale farsi via via più leggeri, vicini. Ha bisogno del suo miglior tennis, ma soprattutto di un'incredibile continuità. Deve vincere, dopo la semifinale dello scorso anno e deve sperare, magari, in un regalo di Murray, qualificato tra i migliori otto per Londra, e ora opposto a Djokovic in quarti. 

Gli ottavi restituiscono il miglior Federer e confermano l'ottimo stato di salute di Djokovic. Roger doma la promessa Pouille, giocando a ben altro livello rispetto a quello messo in campo con Chardy. I gratuiti sono ridotti al minimo e al servizio Federer è intoccabile. Con la prima non concede nemmeno un punto nel primo parziale, solo due nel secondo. Pouille resta aggrappato al match nel set d'apertura, dove concede una sola, fatale, palla break sul 3-3. Nel secondo mostra coraggio e conferma un rovescio di rara eleganza, ma è assediato da Federer che conquista addirittura 9 palle di "rottura", prima di scappare ancora sul 3-3, al termine di un gioco combattuto. La quattordicesima firma consecutiva dello svizzero, lanciato dai trionfi di Shanghai e Basilea. Resta per Pouille un ottimo torneo, con due illustri vittime, Karlovic e Fognini. Non male per uno "sbarbato" ventenne ai primi passi tra i grandi. 64 64 Federer, ora chiamato all'esame Raonic. 

Impegno più ostico per Nole Djokovic. Sulla strada del serbo il transalpino Monfils. Non sembra però patire l'assenza dai campi Novak. Nelle prime due uscite parigine colpisce la regolarità del numero uno, esente dai cali di tensione palesati nelle ultime apparizioni. Contro Monfils, Djokovic serve bene e concretizza nel primo set una delle tre palle break concesse dal francese. Monfils si conferma combattente e trascina il secondo al tie-break, ma qui esce la classe prepotente di Djokovic che domina il prolungamento per sette punti a due. Ora Murray, per i primi verdetti. 63 76 Djokovic.