Borna Coric si presenta sul campo con la spavalderia che accompagna i giovani di talento, accresciuta dal successo, ampio, con Andy Murray nei quarti di finale. Diciotto anni e successi importanti, in passato anche Nadal nelle grinfie di Coric, questo il biglietto da visita al cospetto del sei volte campione Roger Federer. La realtà rimbalza il promettente Coric, il divario con Federer, il simbolo dell'ultimo decennio tennistico, è ancora ampio. Il punteggio, 62 61, è esemplificativo della lezione impartita dallo svizzero al prospetto croato.

Il gioco di Federer inibisce la forza di Coric e l'arma vincente con Murray, la solidità da fondocampo, si rivela vana con la testa di serie n.2, perché Federer varia colpi e pesantezza di palla, scende a rete, stordisce la difesa leggera di Coric. L'unico momento di respiro nel primo parziale, quando Coric recupera il break di svantaggio, sfruttando nel quinto gioco l'unico momento "no" di Federer. Lo svizzero, in questo frangente, accetta la battaglia da fondo e sul lungo percorso sbaglia. La partita si richiude però immediatamente, perché Federer si porta 15-40, con un grande salvataggio in prossimità del net, e Coric complica tutto con un doppio fallo. Sul 5-2, il terzo break del set. Federer chiama a rete Coric e lo infila, il croato crolla e arriva un altro doppio errore. 62.

Altro parziale, stesso spartito. 30 immediato, con Coric rimontato dal 30-0 nel secondo gioco. I pugni ad ogni colpo, ostentati da Coric, sono indice di insicurezza, un tentativo di caricarsi, di cacciare l'impotenza palese. Federer non concede però nulla e si porta sul 5-1. Nell'ultimo gioco, con Federer al servizio, un gioiello per il pubblico. Lo svizzero stoppa una volèe meravigliosa di rovescio e il sipario cala su Borna Coric.