Sventola il vessillo elvetico a Londra. Semifinale che oppone Svizzera 1, Roger Federer, e Svizzera 2, Stan Wawrinka. Un anno dopo, il remake di una sfida di talento. Ricordo acceso quello che illumina il confronto odierno. Nella semifinale del 2014, Stan avvicina il successo, accarezza la finale, ma sbatte sul carattere di Roger. Federer convive a lungo con dolori alla schiena che inibiscono il normale tennis del nativo di Basilea, ma strappa in coda il match a Wawrinka. Polemiche, con lo sconfitto che battibecca con l'angolo del vincitore. La pace torna qualche mese dopo, ma l'occasione odierna è propizia e concede a Stan la palla della rivincita. 

Il cammino di Federer fin qui non lascia spazio al dubbio. Qualche game titubante con Berdych prima di prendere confidenza con la lenta superficie della O2 Arena e soggiogare prima il ceco e poi Nole, in un incrocio che pre-annuncia un futuro da finale. L'ultima sfida del round robin, con Federer già in semi, è la cornice a un girone perfetto. Roger respinge un buon Nishikori e supera momenti di scarsa attenzione, specie nel secondo parziale. 

Differente il percorso di Stan, dominato da Nadal e costretto agli straordinari da Ferrer. Chiusura nella serata di ieri, spareggio con Murray. Wawrinka scappa più volte, ma mostra il fianco al britannico, offre spiragli di aggancio, prima della firma sulla partita e sulla qualificazione. Il ritratto del tennista di Losanna, sublime con quel rovescio che disegna il campo, ma talvolta assente, catalputato in un'altra realtà. 

Federer gode di un margine considerevole sul connazionale, analizzando i 21 precedenti tra i due. 17-4 il conto per Roger, che è in vantaggio anche nel raffronto stagionale per 2-1. In semifinale, all'Us Open, affermazione di Federer in tre set, 64 63 61, al Roland Garros - qualche mese prima - Wawrinka chiude la corsa di Roger ai quarti. Sulla terra romana, infine, 64 62 Federer. Come detto in apertura, alle Finals del 2014, Federer in rimonta al terzo, 46 75 76(5).

VAVEL Logo
About the author
Johnathan Scaffardi
Lo sport come ragione di vita, il giornalismo sportivo come sogno, leggere libri e scrivere i piaceri che mi concedo