Con la stagione ormai alle spalle, Vavel va ad analizzare il cammino dei nostri ragazzi nel circuito ATP durante questo 2015, provando a dare un voto a coloro che hanno cercato di tenere alto il nostro onore nel tennis che conta.

Fognini: 7,5. Doveroso partire dal giocatore che, per il terzo anno consecutivo, rappresenta il nostro numero uno tra gli uomini, avendo chiuso la stagione alla ventunesima posizione del ranking mondiale. Un anno sicuramente in crescendo per il tennista nato ad Arma di Taggia, iniziata un po' sottotono ma finendo in maniera molto positiva. Complessivamente l'annata dell'azzurro sarebbe da 7, senza trofei ma con molti buoni risultati nella seconda parte dell'anno, ma il mezzo voto in più è d'obbligo per i tre successi ottenuti su Nadal, che non sarà più il giocatore schiaccia sassi di un tempo, ma è pur sempre Nadal. Ancora più importanti se consideriamo che due di questi sono arrivati sulla terra rossa (contro il re di questa superficie) di Rio De Janeiro e Barcellona, la terza addirittura agli Us Open, per di più rimontando due set e un break di svantaggio. Per sottolineare il talento di Fabio, battere tre volte lo spagnolo in una stagione è un'impresa per veramente pochi eletti, se si considera che fino ad oggi solamente altri 3 giocatori ci sono riusciti, e non esattamente gli ultimi della classe: Federer, Djokovic e Del Potro. Tra i punti più bassi della stagione ci sono sicuramente le sconfitte al primo turno del mese di gennaio a Sidney e a Melbourne contro il convalescente Del Potro e Gonzalez, e la dolorosa campagna Davis in Kazakistan, con la sconfitta nel match decisivo contro Nedovyesov. L'unico punto degno di nota nella prima parte della stagione è la finale dell'ATP 500 di Rio, dove solamente un grande Ferrer gli ha negato il quarto successo stagionale. La svolta nella stagione di Fognini avviene sicuramente agli Internazionali, torneo di casa da sempre non molto gradito all'azzurro, ma dove quest'anno è riuscito a trovare un feeling con il campo e con il pubblico mai pervenuto negli anni passati. Su un Pietrangeli a tinte fortemente azzurre, raggiunge gli ottavi di finale, battendo nell'ordine Johnson, Dimitrov e sfiorando il successo su Berdych, arrendendosi solo al tie-break nel terzo set. Nel mese di luglio da registrare la seconda finale stagionale, ancora in un 500, ma stavolta ad Amburgo, dove Nadal si prende una parziale vendetta stoppandolo con un doppio 7-5 ad un passo dal successo. Il finale di stagione sul cemento è inaspettatamente positivo, visto soprattutto i risultati ottenuti fino ad allora su questa superficie dal ligure. Così arrivano nell'ordine gli ottavi agli Us Open, il successo in Davis in Russia con 3 punti su 3 portati a casa, semifinale a Pechino e quarti di finale a Vienna. Infine, ma non sicuramente per ordine di importanza, va ricordato il successo in doppio con Bolelli agli Australian Open e tre finali nei Masters 1000 che hanno permesso, per la prima volta nella storia ad una coppia azzurra, di partecipare alle ATP Finals di fine stagione.

Seppi: 7. Forse questa è stata la sorpresa azzurra in campo maschile più bella di questa stagione. Si perchè dopo un anno negativo con molti bassi come il 2014, in veramente pochi si aspettavano un ritorno di Andreas a 31 anni tra i primi 30 giocatori al mondo, sfiorando addirittura nella prima parte dell'anno il proprio best ranking della posizione numero 18. E' proprio la prima parte della stagione che vede l'alto atesino raggiungere i picchi più alti, con la semifinale a Doha, la finale a Zagabria (sconfitto da Garcia Lopez) e gli ottavi di finale a Melbourne. Proprio agli Australian Open Seppi coglie il successo di una vita, battendo al terzo turno niente di meno che Federer dopo che i precedenti fino ad allora dicevano 10-0 per lo svizzero. Un guaio fisico all'anca ne condiziona purtroppo la stagione sulla terra rossa europea, ma il suo ritorno in campo sull'erba, da sempre molto gradita ad Andreas, confermano l'ottimo inizio di stagione. Arrivano così la finale (un po' fortunosa visto i ritiri di Monfils e Nishikori) ad Halle, dove Federer si prende la vendetta personale, e il terzo turno a Wimbledon, riuscendo comunque a portare via un set a Murray.                                                                   Anche nell'ultimo Slam stagionale Seppi si comporta egregiamente, riuscendo ad arrivare sino al terzo turno, battuto nettamente da Djokovic. Il finale di stagione purtroppo è in calando di Seppi, con una serie di eliminazioni al primo turno sui campi indoor tra Asia ed Europa, risultati che però macchiano solamente in parte una buona stagione del numero 29 al mondo.

Bolelli: 6+. Tutto sommato si tratta di una stagione da piena sufficienza per Simone, ritornato finalmente in maniera stabile nel circuito ATP e dimenticati i guai fisici che purtroppo lo hanno bloccato troppo spesso in carriera. E la prima parte dell'anno sicuramente ha fatto ben sperare e sognare tutti i suoi tifosi in un 2015 di rilancio del bolognese. Il sogno è stato stroncato a metà, perchè se da un lato abbiamo l'ottima semifinale a Sidney, il set strappato a Federer a Melbourne, i primi due successi su top ten ai danni di Raonic a Marsiglia e Berdych a San Pietroburgo, i rimpianti per un brutto finale di stagione e le occasioni perse nei tornei dello Slam sono tante. A Parigi come a Wimbledon, il quinto set gli è fatale. Al Roland Garros, dopo una partita vicina alla perfezione giocata contro Ferrer, in vantaggio per due a uno si fa rimontare negli ultimi due parziali. Stessa sorte sull'erba londinese, dove gioca una gran partita contro Nishikori fino al quarto set ma un break iniziale al quinto gli costa il match e la sconfitta al primo turno. Tuttavia anche per lui, così come Fognini, vanno fatti i complimenti per il successo in doppio agli Australian Open e la qualificazione alle ATP Finals di Londra.

Infine, meritano almeno una citazione il solito costante Paolo Lorenzi, che grazie a quattro titoli challenger e altri buoni risultati, ha chiuso l'anno al numero 68 della classifica mondiale; Cecchinato che, anche lui grazie ai risultanti nel circuito challenger, è approdato per la prima volta tra i primi 100 e ha fatto l'esordio nel main draw di uno Slam agli Us Open; Vanni, che a trent'anni si è tolto lo sfizio di entrare anche lui nel tennis che conta e Matteo Donati, il nostro giovane con, sulla carta, il futuro più roseo che ha concluso l'anno alla 183esima posizione del ranking, vincendo la sua prima partita a livello ATP proprio agli Internazionali D'Italia contro Giraldo.