Imbattibile. Il nuovo anno inizia esattamente sulla scia di quello da poco concluso e per chi pensava che Djokovic potesse avere un leggero calo visto il trionfale 2015 forse, già da questa prima uscita, deve mettersi l'anima in pace. La prova di forza offerta oggi dal serbo è impressionante, sia nei termini del punteggio (6-1 6-2 è la sconfitta più netta subita da Nadal tra i 47 scontri diretti con Nole), sia dal punto di vista del tennis visto in campo, con una buonissima versione di Nadal che non è riuscito minimamente a scalfire il muro eretto dal numero uno al mondo, impeccabile in ogni zona del campo, dal servizio alla rete, dal diritto al rovescio, tanto che i veri errori forzati si contano su una mano.

Il primo game dell'incontro rappresenta l'unica opportunità che lo spagnolo ha (anzi avrebbe) di fare partita quasi alla pari: dal 30-0 Djokovic, una striscia di tre punti consecutivi lo portano a palla break, ben annullata dal serbo però che poi grazie al servizio sventa il pericolo iniziale. E forse già qui terminano le speranze di Nadal, visto che nel suo turno di battuta successivo è già costretto a fronteggiare 3 palle break che il numero uno al mondo si procura comandando da fondo campo e facendo correre Rafa da una parte all'altra: la prima l'annulla con il servizio ma sulla seconda si arrende ad un gran diritto incrociato. E in meno di un quarto d'ora, con Djokovic che tiene a 15 il proprio turno di battuta, è già 3-0 Serbia.

Il quarto game è l'unico che Nadal riesce a incamerare, grazie ad un'altissima percentuale di prime palle in campo, visto che nel sesto Djokovic gli strappa nuovamente il servizio, rimontandolo da 30-15 con un vincente dietro l'altro e portandosi a servire per il set dopo appena 25 minuti di gioco. Ovviamente nessuna difficoltà, conquista il game a 0 e con esso un set dominato in lungo e in largo per 6-1.

Il secondo parziale inizia con Rafa al servizio e si notano subito delle variazioni nel suo gioco: meno ritmo e più back per cercare di rallentare il gioco. Ma così facendo favorisce ancora di più Nole che ha il tempo di girare intorno alla palla e spingere meglio i propri colpi. E nemmeno a dirlo arriva subito il break, il terzo consecutivo a favore del serbo: con le unghie un encomiabile Nadal per corsa e determinazione rimonta da 15-40, ma il serbo si procura una terza opportunità per strappare il servizio allo spagnolo con una splendida demi-volè dopo attacco lungo linea e, con l'errore di dritto di Nadal nel tentativo di non accorciare la traiettoria, il break è subito servito. Dopo un game a 15 di Nole (il quinto consecutivo), Rafa torna a difendere il proprio turno di servizio nel terzo game, nonostante due splendide risposte vincenti di dritto addirittura sulla prima palla di Nadal, a sottolineare come veramente il serbo sia in questo momento due spanne al suo avversario.

Ma è solo un'illusione. Nel quinto gioco, infatti, altra zampata di Djokovic, che strappa nuovamente la battuta allo spagnolo giocando un punto emblematico sulla palla break: due super rovesci incrociati, due grandi lungo linea e smash conclusivo che inchiodano un Nadal stremato che aveva fatto tutto e forse di più per non perdere questo 15 ma che alla fine si è dovuto arrendere allo strapotere del numero uno al mondo. E dopo un'ora e dieci minuti di gioco, Nole va a servire sul 5-2 per chiudere la partita e non fallisce, tenendo ancora a 15 il proprio turno di servizio che gli permette di alzare il sessantesimo titolo in carriera e forse di prenotare, con un paio di settimane di anticipo, gli Australian Open.