Serena in pole position; dietro di lei la pattuglia est eurpea capitanata da Maria Sharapova, rimessasi a nuovo dopo l'attacco influenzale (tattico?) che l'aveva messa ko a Roma alla vigilia della partita contro Sara Errani, e che ha al suo interno Vika Azarenka (nettamente battuta proprio da Serena a Roma) e una Radwnaska che si presenta a Parigi con un nuovo look biondo (immagine tratta dalla sua pagina Facebook)  e che è alla ricerca di quella continuità che di fatto ha portato Sara Errani sulle sue tracce per la lotta al quarto posto del ranking WTA.
Proprio Saretta è la carta più importante nel mazzo dell'Italtennis in gonnella, lei che l'anno scorso fu protagonista di una cavalcata che la condusse sino in finale, dove dovette cedere alla più potente Maria Sharapova: assieme a lei c'è la maratoneta Roberta Vinci e la leonessa - invero un po' spompata quella vista a Roma - Francesca Schiavone, che qui nel 2010 vinse e l'anno successivo andò vicina a uno storico bis perdendo in finale contro la cinese Li Na. Per la milanese la necessità di ritrovare lo smalto migliore, quello che l'aveva proiettata fino alla finale di Marrakech per intenderci: la classe e l'orgoglio di Francesca, che anche nei momenti peggiori ha lottato su ogni pallina come non vi fosse un punto successivo da giocare, non si discutono: quello che serve, sulla terra rossa Parigina che tanti bei ricordi evoca per lei, ritrovare quelle motivazioni e quel bel gioco che possono mandare in tilt qualunque avversaria.

Ritorno sul luogo del delitto - Per Serena Williams Parigi evoca ricordi agrodolci: se nel 2002 infatti fu regina sotto la Tour Eiffel, nel 2012 toccoò forse il punto più basso della sua carriera, perlomeno per quello che concerne i tornei dello slam, dal momento che venne sconfitta al primo turno dalla francese Virginie Razzano. Una partita drammatica, durata oltre tre ore e con una Serena irriconoscibile,  capace di sprecare una quantità incredibile di match point e di annullarne orgogliosamente altrettanti alla beniamina locale. Da quel momento in poi, però, è iniziata la prepotente risalita della campionessa americana, che ha poi dominato l'intera stagione 2012 demolendo le avversarie tanto nelle restanti prove dello slam (ha infatti vinto sia Wimbledon che gli Us Open), quanto alle Olimpiadi londinesi, dove inflisse una memorabile lezione di tennis a Maria Sharapova, di fatto relegandola a sparring partner. E così è stato anche il 2013, che ha fatto registrare solo due battute a vuoto: la prima nei quarti di finale degli Australian Open dove, complice acciacchi fisici che aflliggevano Serenona, a farle lo scalpo fu la connazionale Sloane Stephens; la seconda volta è stata nel torneo di Doha, dove fu sconfitta in finale da Vika Azarenka.
insomma Serena torna sul luogo del delitto decisa a riscattarsi dopo la debàcle dell'anno scorso e provare a chiuder un cerchio: sin troppo facile per i bookies darla come favorita, visto il suo stato di forma e l'incredibile consapevolezza e fiducia che ha nei suoi mezzi. A 32 anni la Williams si sta godendo il meglio della sua carriera tennistica e pare aver trovato quella regolarità di successi che le aveva difettato in carriera, troppe volte condizionata da infortuni e problemi fisici. Nel 2011 sembrava persa per il grande Tennis, due anni dopo è ancora qui a fare incetta di vittorie e a mettere le avversarie nella spiacevole situazione psicologica di scendere in campo con l'idea di finire con ogni probabilità nella bacheca dei trofei di caccia della Williams.

Eastern connection - Contro di lei muoverà la truppa proveniente dall'est Europa, MaSha in testa. La russa, che ha anche recuperato la serenità sentimentale e soprattutto mentale accanto a Grigor Dimitrov, è l'unica che ha dalla sua i mezzi per contrastare il tank americano, anche se il tabellino degli scontri diretti è per lei impietoso, dal momento che negli ultimi dodici incontri è andata incontro ad altrettante sconfitte. L'ultima, in ordine di tempo, rimediata qualche settimana fa a Madrid, sempre sulla terra rossa. Maria è poi chiamata alla difesa del titolo conquistato l'anno scorso a spese di Sara Errani, una spinta in più a dare il meglio di sè per portarsi ancora a casa la prestigiosa coppa intitolata alla divina Suzanne Lenglen. Sempre dall'est Europa, precisamente dalla confinante Bielorussia, arriva Vika Azarenka: lei lo scherzo a Serena lo ha già fatto, in finale a Doha, ma la Williams si è rifatta con gli interessi a Roma, concedendole solo quattro game. La tennista di Minsk, che nel corso della stagione ha dovuto anche fare i conti con qualche problemino fisico, resta un'avversaria temibile e può essere una delle "outsiders" (le virgolette sono d'obbligo, dopotutto parliamo di una che ha vinto due Australian Open e vanta una finale agli Us Open) che può far saltare quella che secondo tutti è la finale già scritta, ovvero Williams - Sharapova. Più amletica è Aga Radwanska, che viaggia a corrente alternata, altalenando ottime prestazioni a partite che non fanno certo onore a una numero 4 del mondo. A Roma è uscita prematuramente per mano di Simona Halep, mentre a Madrid ha ceduto alla giovane britannica Robson al secondo turno. Sara Errani dista ancora 500 e passa punti, ma la polacca dovrà stare attenta se vorrà difendera il quarto posto del ranking WTA dall'assalto della romagnola.

Le altre - Al di fuori delle atlete sopra elencate, c'è comunque un bel gruppetto di altre ragazze che, pur non rientrando nel novero delle favorite in senso stretto, possono comunque dire la loro nel torneo parigino. I primi nomi che vengono in mente sono quelli della Kvitova, della cinese Li - che qui vinse nel 2011 - e dell'australiana Sam Stosur, forse una delle giocatrici più paradossali che abbiano mai calcato i campi da tennis, anche lei cliente pericolosa a patto che non precipiti in uno degli psicodrammi di cui si rende protagonista, incartandosi a pochi metri dal traguardo e buttando via partite già vinte oppure complicandosi dannatamente la vita. Un'altra incognita è rappresentata dalla danese di Polonia Caroline Wozniacki, che sembra entrata in una spirale di risultati negativi da cui fatica a uscirne: male a Madrid (fuori al prumo turno), male anche a Roma, sconfitta dalla Jovanonvski al terzo set, dopo che Caro era arrivata condurre 4-0. Per lei i tempi del numero 1 sono ormai lontani, e ora veleggia al decimo posto della classifica: fra l'altro Laura Robson è avversaria assai coriacea, insomma un primo turno tutt'altro che agevole per la danese.
Anche Marion Bartoli non sembra essere nelle sue migliori condizioni: la francese è infatti reduce da una brutta sconfitta a Strasburgo contro la nostra Camila Giorgi al primo turno, e anche lei rappresenta un'incognita. Da segnare anche il duo serbo Jankovic e Ivanovic: Jelena - reduce dai quarti di finale a Roma, sconfitta contro la Halep - qui è arrivata tre volte in semifinale, mente Ana (nell'immagine Reuter, eccola mentre solleva il trofeo quell'anno) a Parigi ci ha vinto nel 2008, e questo fa del duetto delle connazionali di Djokovic delle clienti pericolose. Il torneo di Roma ha, da ultimo, messo in mostra una Halep piuttosto solida, capace di battere Aga Radwnaska e Roberta Vinci e di mettere in difficoltà, finchè è stato nelle sue corde, Serena Williams, strappandole addirittura il servizio in un'occasione. 

Sorelle d'Italia - Veniamo infine alle azzurre: Sara Errani arriva a Parigi gasata a mille: la semifinale di Roma e il quinto posto nel ranking Wta rappresentano una buona spinta per affrontare a mille un torneo che l'anno scorso la vide protagonista fino in fondo. Saretta ha già facilmente regolato l'olandese Arantxa Rus (6-1/6-2) qualificandosi al secondo turno e, se supera tutti gli scogli, si potrebbe prospettare uno scontro con Aga Radwanska o Ana Ivanovic. Più sfortunata Robertina Vinci, destinata (se tutto va bene) a finire fra le fauci di Serena Williams già agli ottavi, ma prima c'è da pensare a battere la francesina Foretz- Gacon: sarà poi importnate dosare gli sforzi e cercare il più possibile di evitare le maratone delle ultime partite giocate (anche ieri oltre due ore prima di cedere all'americana Hampton). Francesca Schiavone, che qui vinse nel 2010 e arrivò in finale nel 2011, debutterà contro l'ungherese Cink mentre per Camila Giorgi c'è l'ostacolo Peng, che proprio ieri ha perso in finale il torneo di Bruxelles, sconfitta dall'estone Kanepi. Flavia Pennetta, che già al secondo turno potrebbe trovare la Schiavone, se la vedrà con la belga Flipkens: Flavia, eliminata in semifinale al troneo di Strasburgo dalla Hradecka, sta tornando su buoni livelli. Non allarmi il crollo fisico di ieri contro la ceca, perchè Flavia aveva già giocato lo stesso giorno il quarto di finale con la nipponica Doi. Compito arduo per l'ultima italiana ai nastri di partenza, ovvero Karin Knapp: per lei c'è Sloane Stephens.
Da non dimenticare poi il torneo di doppio, dove le Chichis partono favorite: Roberta e Sara in coppia diventano un tutt'uno e sono saldamente in testa alla classifica dispecialità, tanto nel ranking quanto nella classifica race 2013.
Parigi è pronta per la grande festa, chi sarà la regina della terra rossa?