Si infiamma di nuovo la Battaglia dei Sessi nel tennis, a 40 anni di distanza da quel 20 settembre 1973 all'Astrodrome di Houston, quando si giocò la vera "battaglia dei sessi", tra Bobby Riggs e Billie Jean King. Solo anni più tardi si scoprì che la vittoria per 6-4, 6-3, 6-3 della King altro non fu che una messinscena, creata ad arte da Riggs, che promise di perdere apposta.

Sono passati giusto 40 anni, e la polemica si riaccende a seguito delle dichiarazioni di Stacey Allaster, capo indiscusso della WTA. Visibilmente seccata, ha affermato che "Il circuito femminile è pronto, disposto e in grado a giocare al meglio dei cinque set. Basta che ce lo dicano”.

Il dibattito, negli anni, si è acceso più che altro sulla quastione dei compensi, soprattutto dopo il 2007 quando Wimbledon ed il Roland Garros sono stati gli ultimi tornei a parificare i montepremi. Emblematiche sono le parole di Sergiy Stakhovsky: "Io non voglio che le donne guadagnino di meno: vorrei solo che gli uomini guadagnassero di più, perché il nostro circuito ha un valore maggiore. Il tennis maschile porta più soldi, spettacolo, interesse…perché le donne devono guadagnare altrettanto solo perché giocano nel nostro stesso posto? Mi pare che le fotomodelle donne guadagnino più dei colleghi uomini, ma nessuno si lamenta. Semplicemente, fanno vendere più copie”.

Dritto al punto, ed il discorso si può ulteriormente allargare su un altro fattore: gli uomini giocano di più, e rivendicano il diritto a guadagnare di più. Ed ecco che le dichiarazioni della Allaster sembrano più una provocazione che una presa di posizione. Quanto gioverebbe al movimento femminile l'approdo ai 5 set?

A parte per le top ranking, come Williams, Sharapova, Azarenka, è difficile che il pubblico si accalchi ai cancelli per assistere ad un match al meglio dei cinque set tra Mattek-Sands e la Meusburger(due nomi presi assolutamente a campione). Detto ciò, il prolungamento degli incontri al femminile assume valore se giocato ad alti livelli, quindi tra le top. Sarebbe probabilmente poco divertente sorbirsi magari 3 ore di match, condito da continui break e controbreak, tipici del circuito femminile in cui le ragazze non dispongono di un servizio eccellente. Per 16 edizioni, il WTA Championships ha avuto in programma la finale al meglio dei cinque set, e solo tre volte si è veramente arrivati fino al quinto, erano gli anni '90, ed il livello era garantito dalla classe di Graf e Seles.

Non sono dello stesso avviso però le giocatrici, come Venus Williams e Angelique Kerber, che si sono dichiarate apertamente favorevoli ai cinque set. Incredibilmente, anche uno dei top players del circuito maschile come Andy Murray, non disdegna il cambiamento, pronunciandosi anche in merito ai compensi:"La differenza sta tutta nella distanza dei match. Noi giochiamo al meglio dei cinque, loro al meglio dei tre. Penso che le donne dovrebbero giocare tre set su cinque, non vedo ragioni per cui non lo debbano fare. Non dico che lavorano di meno, ma è ovvio che la preparazione per un match più lungo è ben diversa. E come se le donne corressero i 400 metri e gli uomini i 600".

Va inoltre tenuta in considerazione la problematica dell'organizzazione dei tornei Slam, che con l'eventuale allungamento dei match femminili, si troverebbero a gestire oltre 250 partite al meglio dei cinque set, in sole due settimane. Francamente, appare un'impresa alquanto ardua. Sulla scia di Bille Jean King si riapre il grande match sulla battaglia dei sessi, naturalmente, al meglio dei cinque set.