L'orgoglio e la classe infiniti di una giocatrice infinita. Le magie misteriose di una tennista unica nel suo genere per eleganza e varietà di soluzioni. Con queste premesse, non poteva che uscire una partita di altissimo livello fra Venus Williams e Agnieszka Radwanska (rivivete qui la diretta scritta), una partita che al termine elegge la ragazza dell'est come nuova Regina della Rogers Cup. Ma che celebra la grandezza assoluta della Williams, arrivata con la spia della riserva accesa al termine di un torneo massacrante, in cui ha dovuto combattere aspre battaglie in quasi tutti i match giocati. Da Angelique Kerber a sua sorella Serena, passando per Carla Suarez Navarro: le fatiche di Venere sono state tante e senza sosta.

Dall'altra parte una giocatrice più giovane, più fresca (il bye le ha permesso di disputare una partita in meno) e motivatissima a prendersi l'alloro WTA numero 14. Troppa la voglia di vincere di Agnese - per usare un clericismo - di tornare a sorridere dopo una stagione in cui sembrava essersi eclissata dal grande tennis. La disgraziata finale di Indian Wells, giocata (e persa) con un ginocchio bizzoso e perdipiù contro una magica Flavia Pennetta, è rimasto ad oggi uno dei pochi acuti del suo 2014. 

La partita di fatto, racconta di una Radwanska in continuo controllo e di una Williams in costante, affannoso inseguimento. Non certo l'ideale per chi viene da un torneo dispendioso. Se poi dall'altra parte ci si mette Agnieska Radwanska finalmente tornata la Maga Aga dei bei tempi, il sogno di suggellare la cavalcata canadese con il trionfo finale diventa per Venus un affare dannatamente complicato. La polacca, infatti, sciorina tutto il suo repertorio: poco dotata alla voce potenza, fa il pieno di skills alla voce creatività e fantasia. Grande visione di gioco, che le consentono di essere in ogni dove per rispondere alle inziative dell'avversaria, e quelle spruzzate di magia da cui scaturisce, ad esempio, una voleè in allungo su sassata di Venus che profuma di misterioso.  Oppure un un rovescio lungolinea che pare laser-guidato. O, ancora, una serie di dritti in genuflessione di abbacinante bellezza, vero marchio di casa Radwanska.

Venus Williams, da par suo combatte e finchè è nelle sue corde, prova a tenere testa alla scatenata polacca. Nel primo set parte tenendo il servizio, sprofonda fino all'1-4 ma risale fino al 3-4. Con il rammarico delle tante palle sprecate per operare l'aggancio. Agnieszka ringrazia, sale 5-3 poi attende con pazienza il successivo suo turno di servizio per sistemare la prima tessera del suo mosaico. Con il contributo di Venus, che sparacchia in rete uno dei tantissimi errori gratuiti concessi all'avversaria. Il secondo set dura in realtà lo spazio di quattro game: Radwanska brekka pronti via, scappa sul 2-0 ma poi subisce il ritorno di Venus. Moderna - e un po' sciagurata - Penelope, l'americana fa e disfa: ne è perfatta Polaroid il disastroso game al servizio immediatamente successivo al contro-break. Due doppi falli e altrettanti errori, e pallino del gioco che passa nuovamente nelle mani della polacca. Perso il servizio a zero, la luce si spegne definitivamente per la campionessa di Compton, che da quel momento e fino alla fine del match è in completa balia dell'avversaria. Che all'ottavo game, spara un ace che fulmina Venus e le regala la Rogers Cup edizione 2014.