Primo esame per la nuova Inter di Luciano Spalletti. La scoppiettante affermazione interna con la Fiorentina alza l'asticella e pone la compagine nerazzurra un passo dietro le prime della classe, Roma, Juventus e Napoli. L'Inter, come il Milan, intende recuperare la massima competizione europea, chiudere nelle prime quattro posizioni. Il test dell'Olimpico assume così rilevanza e può svelare la reale tenuta di una creatura ancora in via di definizione. Rispetto all'esordio con la Fiorentina, poche novità, in campo e sul mercato. Presentato Cancelo, prima convocazione e panchina per l'ex Valencia. A disposizione, come Dalbert, da diversi giorni in gruppo, ma non ancora pronto, secondo Spalletti, per l'inferno romano. La retroguardia è quindi la medesima, in attesa di Mustafi o Mangala. Skriniar e Miranda compongono la cerniera centrale, D'Ambrosio e Nagatomo si muovono in corsia.  

Interrogativi nel mezzo. Brozovic, a sorpresa nell'undici titolare contro la viola, sul mercato in attesa di offerte concrete, cede la casacca a uno tra Gagliardini e Joao Mario. L'impressione è che l'ex Atalanta sia favorito, per una questione di equilibrio. Il portoghese ha tecnica superiore, ma non la necessaria impronta fisica. Con la Roma, fondamentale la fase di non possesso, l'Inter deve recuperare palla e ribaltare il campo. In questo senso, l'apporto di Gagliardini può essere decisivo. Si pone al fianco di Vecino, gradita conferma a San Siro, con Borja Valero da anello di congiunzione tra mediana e settore d'attacco. Autonomia al momento limitata, un'ora circa di alto magistero, poi il naturale calo fisico. Ultima porzione di partita, probabilmente, per i citati Brozovic e Joao Mario. 

Il terzetto d'attacco vive sulle sfuriate di Perisic e Candreva e sulla "fame" di Icardi. Il croato, prossimo al rinnovo, parte dalla sinistra, le sue accelerazioni possono sgretolare il debole fronte giallorosso (emergenza a destra per Di Francesco). Candreva tende invece ad accentrarsi per liberare campo a D'Ambrosio. In area Icardi, terminale ultimo, letale. Anche qui, rincalzi di qualità, Eder può rilevare sia la prima punta che i due esterni, discorso simile per Jovetic.