Undici reti in campionato nelle prime dieci partite. Cinque nelle ultime tre partite. Mauro Icardi è partito a razzo come la sua Inter che, dopo dieci turni, è al secondo posto con 26 punti, frutto di otto vittorie e due pareggi. Il capitano nerazzurro, reduce dalla doppietta contro la Sampdoria, ha concesso un'intervista a rivista Undici rilasciando dichiarazioni interessanti, a cominciare dal momento della squadra: "No, non si tratta di fortuna. Abbiamo lavorato molto bene in questo ritiro, abbiamo cambiato tutto. Lui, il mister, è molto attento. Soprattutto abbiamo in testa l’obiettivo che ci chiedono tutti: la società, il presidente, fino all’ultima persona che lavora qui. Lo sappiamo tutti: dobbiamo tornare in Champions League. Non ho l’idea dello scudetto, ho solo l’idea del lavoro e del fare bene". 

Ventiquattro anni, quasi cento gol in Serie A e la fascia di capitano che per lui non è mai stata un peso ma una missione: "Essere il capitano dell’Inter per me non è difficile, ho la personalità per farlo tranquillamente. Essere il capitano dell'Inter è la mia missione. E io sono orgoglioso di tutto questo". E sulla scelta dell'Inter, che lo acquistò nel 2013, aggiunge un aneddoto: "Quello che mi ha voluto di più è stato Massimo Moratti. Mi ha preso dalla Sampdoria quando avevo 19 anni. È stato lui quello che ha più insistito. Poi c’era anche Piero Ausilio, ha parlato di tutto con mio padre, il mio procuratore al momento. Sono stati loro due a fare questa cosa". 

Un nuovo inizio con Spalletti dopo la scorsa stagione da dimenticare come racconta il numero nove nerazzurro: "L’anno scorso a marzo, dopo la pausa con le Nazionali, siamo tornati tutti un po' persi. In quel periodo ero arrabbiato, tornavo a casa di cattivo umore". Dal recente passato al futuro, sempre a tinte nerazzurre: "Io mi vedo qua. Spero di fare una lunga strada all’Inter, voglio vincere qualcosa con questa maglia. A 40 anni non sarò nel mondo del calcio, non sono come Totti. Non farò l’allenatore o il dirigente, sono ruoli che non mi piacciono. Credo proprio che farò il papà a tempo pieno, a casa, con la mia famiglia". Infine un retroscena sulla possibile esperienza con la Nazionale Italiana: "Mi avevano chiamato ai tempi dell'Under ma ho scelto l'Argentina. E' la mia nazione e voglio andare al Mondiale".