Sono degli Oklahoma City Thunder rinnovati, quelli che si presentano al via della stagione NBA 2017-2018. Superato lo choc per l'addo di Kevin Durant la scorsa estate, la franchigia del general manager Sam Presti ha ora messo al fianco dell'MVP Russell Westbrook altri due All-Star come Paul George e Carmelo Anthony, accreditandosi come una tra le prime avversarie dei campioni in carica dei Golden State Warriors. 

E, nel Media Day dei Thunder, l'uomo più atteso è stato senza alcun dubbio Carmelo Anthony, via da New York dopo sei stagioni e mezzo, che per i Thunder ha rinunciato anche alla no trade clause prevista nel suo contratto. Melo spiega come sia stato importante nella sua scelta sapere che a OKC ci fossero già due compagni di nazionale come Westbrook e George: "In realtà Russ non ha fatto nulla per convincermi - le parole di Anthony in conferenza stampa, riportate da Royce Young di Espn - è venuto a New York e ci siamo allenati in palestra, ma l'avevo già visto a Parigi nella settimana della moda. Il nostro rapporto è diventato sempre più stretto negli ultimi anni. Lui rappresenta una grande parte, una grande ragione della mia presenza qui. La sua fedeltà alla città, il suo attaccamento alla franchigia, ciò che è capace di fare sul campo: voglio essere anch'io parte di tutto questo. Anche l'arrivo di George è stato un altro motivo che mi ha spinto a voler venire ai Thunder. La nostra amicizia, il nostro rispetto come giocatori di basket spiega perchè ho voluto giocare con lui e avere l'opportunità di competere per il titolo. Tutto ciò mi dà nuova energia, una nuova concentrazione, una motivazione differente, tutte cose che hanno sia Russell che Paul, perchè nessuno di noi ha ancora vinto un titolo in carriera, e questo è il nostro ultimo obiettivo". Anthony fa poi un passo indietro, volgendo lo sguardo alla sua avventura ai Knicks: "Che si sia vinto o perso, io ci sono sempre stato. Ho giocato per competere ogni sera, sono rimasto professionale nonostante tutti gli alti e bassi che si vivono a New York. Da quelle parti c'è molto rumore, quindi ho dovuto trovare la mia tranquillità, il mio tempo, per capire come uscirne. Non penso che i tifosi dei Knicks ce l'abbiano con me, credo abbiano capito. Sono felice di aver affrontato una sfida come quella di giocare a New York". 

"Ci sono però momenti nella sport in cui è necessario prendere strade diverse, senza rancore. Ora io non ho nulla contro l'organizzazione o contro altri a New York. Ma in questo momento sono qui, e voglio chiudere quel capitolo e iniziarne un altro. Non sono venuto qui per provare a oscurare Russell o Paul, ma solo per provare a vincere. Porterò le mie doti al servizio della squadra e della franchigia. Sono sempre stato un prodotto del mio ambiente, un camaleonte nel senso di comprendere le situazioni e farle funzionare, qualunque cosa mi fosse richiesta. E' stato così a New York e con la maglia della nazionale, sarà lo stesso anche qui in Oklahoma". Entusiasta Russell Westbrook, che glissa sulla free agency del 2018: "E' fantastico, avere la possibilità di giocare con questi due ragazzi e con il resto del nostro gruppo è davvero straordinario. Sono eccitato, non vedo l'ora di cominciare una grande cavalcata, sono felice che siano qui. E' stata un'estate molto lunga, ho avuto un figlio, quindi ho dovuto comportarmi da padre, ma questo è il posto in cui voglio stare. Adoro essere qui, sono entusiasta all'idea di cominciare a giocare, con tutti questi cambiamenti. Mi piacciono i fan di OKC, la comunità. Sono contento di dove sono e di come è diventata la squadra". Non manca all'appello Paul George: "Penso che tutti fossimo felicissimi della situazione già prima che Carmelo venisse scambiato. Ma ora l'aggiunta di un giocatore come lui porta lo squadra a un altro livello. Per quanto mi riguarda, è uno dei migliori giocatori che si siano mai visti in questa lega, è un lusso giocarci insieme, piuttosto che dovere avere a che fare contro di lui come accaduto in passato".