Rispettare le promesse. Quanto è difficile quando hai poco più di vent'anni, quanto è difficile sapendo che le speranze sono riposte nel tuo talento. Difficile prendersi tante responsabilità, essere al centro di qualcosa di più grande del talento stesso. Perdersi per poi ritrovarsi, cadere per rialzarsi senza mai mollare di un centimetro, senza pensare che un giorno nel mondo possa far crollare quel muro di sogni ed illusioni che si coltivano da sempre. E' il caso, o meglio, è la vita di Tommy Vilhena, centrocampista e faro del Feyenoord e la sua è proprio una storia tormentata, un po' come i suoi capelli variopinti e folti, in cerca di una direzione ostinata e contraria.

La vita di un ragazzino precoce che a otto anni gioca stabilmente nell'under-10 del Feyenoord e che nel 2011 è il più giovane giocatore nella rosa dell'Olanda Under 17 che affronta i mondiali in Messico. Rispettare le promesse e le attese di chi lo vede esordire nel campionato olandese a soli diciassette anni, le attese di chi intravede in lui una nuova luce per ricostruire i meravigliosi legami con il passato Non è tutto oro quel che luccica, come i suoi capelli, non è semplice nemmeno per chi brucia le tappe ed ecco quindi la panchina, i primi fischi, gli infiniti cambi di ruolo e quella sensazione che forse a Rotterdam i margini di crescita non erano più così ampi. Eccole le cadute, le prime, ma l'uomo della risalita si chiama Giovanni van Bronckhorst.

Capisce il suo potenziale e soprattutto il suo ruolo e dal campo, l'ex Barcellona, lo toglierà solo per concedergli gli applausi scroscianti di quel pubblico che nutriva dubbi su dubbi nel recente passato. Adesso, dopo l'addio di Dirk Kuyt con annesso titolo riportato li dopo anni, Tonny Vilhena è il Feyenoord e il Feyenoord pende dalla sue giocate e dalla sua caparbietà di non arrendersi mai. Migliore in campo nella sfida dell'anno scorso contro il Manchester United in Europa League e uno dei pochi a salvarsi nella disfatta dell'esodio contro il Manchester City. Per lui però sono arrivati gli elogi, parole e soltanto parole secondo lui: "Le critiche, come i complimenti, vanno registrati e poi messi da parte", ha dichiarato il giocatore dopo il tracollo contro il City. Non gli basta essere Tonny ma vuole essere il faro della luca biancorossa. 

E pensare che un anno fa era in procinto di andare via, quell'inesorabile corso che, ormai, spetta a tutti i giocatori olandesi di talento che cercano fortune altrove senza mai incidere. Tornano sconfitti ma lui no, non ha telefonato all'agente e non ha chiuso quelle valigie per andare all'estero. Non sono frasi di circostanza ma storia vera come raccontato dal diretto interessato con queste parole: "Ero già dello Sampdoria. 4 milioni di euro, c’era l’accordo tra i club, tutti soddisfatti. Tranne il sottoscritto. Mia madre era gravemente ammalata, non volevo andarmene. Il presidente della Sampdoria insisteva, mi abbracciò dicendomi: Tony, partiamo subito per Genova e firmiamo un bel contratto. Dissi di no, come feci anche con l’Inter qualche tempo prima. In quel caso non mi convinceva il loro piano, che prevedeva inizialmente un anno in prestito in qualche altra società di Serie A. Dicevano di credere nelle mie potenzialità, ma nello stesso tempo prendevano Banega dal Siviglia. Non proprio un attestato di fiducia”. La signora Jeanette Morin Vilhena non riuscirà mai a vedere il figlio sollevare lo Schaal 2016/17 dei campioni d’Olanda.

Già perché il titolo arriva con Van Bronckhorst in panchina. Da traghettatore a tecnico della rinascita, con tre trofei vinti in quindici mesi e la centralità di Vilhena nel suo metodo di approcciare alle sfide. Cambiare quando le occasioni lo richiedono come il suo ruolo visto che Tonny nasce trequartista salvo poi evolversi in un solido centrocampista puro che ha nella tenacia e nei lanci lunghi i suoi punti di forza. Si fa apprezzare tecnicamente e, con la maglia degli olandesi, ha collezionato 146 presenze con 17 reti. Non male per un ragazzo che ha ventuno anni e che adesso vuole rispettare le promesse, regalare sogni e splendere ancora di più dalle parti di Rotterdam. 

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Alessio Evangelista
Mi chiamo Alessio Evangelista, sono nato e tutt'ora vivo a Pescara in Abruzzo. Mi sono diplomato quest'anno presso l'ITIS A.Volta di Pescara con la votazione di 80/100. Le mie passioni sono il calcio e la Formula 1