"Bisogna sempre pensare di poterlo vincere, lo scudetto, perché questo ti consente di arrivare il più in alto possibile". Con queste parole, Massimo Moratti suona indirettamente la carica alla sua Inter, che dopo il pari contro il Bologna ha inevitabilmente spento quei primi focolai d'entusiasmo. Niente di grave, sia chiaro, ma un momento importantissimo per fare il punto sulle proprie possibilità e per capire dove si può seriamente arrivare. Interpellato dalla redazione giornalistica di Sportitalia, l'ex numero uno della società milanese ha inoltre detto la sua suoi trascorsi da Presidente: "Non nascondo che essere presidente mi manca. Hai addosso una certa adrenalina quando si ricopre un ruolo del genere, ma non ho nessuna intenzione di rientrare".

Parlando dell'Inter, Moratti si fa più cauto, sottolineando qualche defezione della sua squadra del cuore rispetto alle altre big: "L'Inter può puntare allo scudetto, ma manca un uomo in grado di sorprendere" ha detto. "Siamo partiti molto bene per merito del tecnico e della rosa a disposizione. Da questo momento, però, servirà mantenere una certa continuità, nonostante non sia ovviamente una cosa semplice. Ma soprattutto non servirebbe abbattersi nel caso si giocassero partite non proprio stupende. Cosa manca alla squadra? Un giocatore in grado di accendere la fantasia. Forse Perisic ha più classe degli altri, ma nessuno è sorprendente come Recoba". 

Passando alle opinioni strettamente personali, Moratti dice la sua su alcuni calciatori più nello specifico: "Icardi? Centravanti vero, ha grandi qualità anche dal punto di vista caratteriale. Non si spaventa. Paragonarlo a Zanetti? Posso dire che Javier arrivò giovanissimo mostrando già quelle doti che gli hanno poi permesso di diventare un grande. Icardi ricopre un ruolo diverso, con un po' di fortuna può restare all'Inter a lungo". E, in merito ad atleti militanti in altri club: "Mi diverte guardare i giocatori degli altri club per capire chi sono quelli più interessanti. In Italia ci sono calciatori giovani come Verdi e Chiesa, mentre all'estero mi piace Gabriel Jesus". 

In ultimo, l'ex patron nerazzurro non può esimersi dal rispondere ad una domanda su Luciano Spalletti: "Ha tutto per poter essere un vincente con l'Inter, anche perché in Italia non ha vinto molto pur avendo ottime qualità. Ha un carattere molto forte ed è attento. Un parallelo con Mancini e Mourinho? Carattere e modo di giocare diversi. La sua Roma esprimeva un bel calcio, ritengo possa replicare anche a Milano". 

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Antonio Abate
Studio Filologia Moderna a Salerno. Sogno di diventare un giornalista e/o un telecronista sportivo. Direttore Generale di Vavel Italia nonché socio fondatore di TAGS Soc. Coop. Vorace lettore.