È passato appena un anno, poco più, dall'arrivo di Miralem Pjanic alla Juventus. Un trasferimento che ha fatto infuriare i tifosi della Roma, con l'accusa a Pjanic di tradimento, dopo l'approdo alla tanto odiata Juve. Un anno di alti e bassi, quello di Miralem. Un anno che non ha convinto a pieno i tifosi bianconeri. Troppe le prestazioni altalenanti in campionato. Ma quest'anno la musica sembra essere cambiata.

Nato come trequartista puro, Pjanic alla Roma ha giocato per lo più mezzala nei 4-3-3 dei vari allenatori. Da Luis Enrique a Spalletti, passando per Zeman e Garcia, il centrocampista bosniaco è migliorato molto in fase di impostazione ed inserimento. Non è una novità invece la sua bravura nei calci piazzati. Il Pjanic bianconero ha passato un periodo di instabilità notevole. Prima mezzala nel 3-5-2, poi trequartista ed infine regista del centrocampo a tre, complice l'infortunio di Dybala che ha costretto Allegri a reinventarsi un modulo. A febbraio, l'illuminazione: il centrocampo a due. Con Pjanic in cabina di regia, affiancato da Khedira, la Juventus ha mostrato solidità e qualità in un modulo volto all'attacco totale. 

La scarsa forma del centrocampista tedesco, insieme all'infortunio di Marchisio, hanno portato la società ad acquistare Matuidi. Un colpo da novanta passato in sordina nella tumultuosa estate bianconera. Da inizio anno, Pjanic è apparso (insieme a Dybala) quasi al top della forma. Gioca con tranquillità e soprattutto sembra aver acquisito consapevolezza dei propri mezzi. Nella disfatta catalana, Miralem è comunque apparso uno dei migliori in campo, quasi instancabile nonché l'ultimo a gettare la spugna. Nelle altre partite di campionato, Pjanic ha esteso la sua classe su tutto il campo, a partire dalla difesa fino a duettare con Dybala. In questo senso, appare quasi scontato affermare ciò al netto del derby appena passato. Un assist per Dybala, nato dalla sua grinta, un gol all'incrocio, nato dalla sua classe (il secondo in tre match contro i cugini granata). 

L'avergli affiancato un centrocampista veloce e dinamico come Matuidi ha indubbiamente dato a Pjanic il modo di poter giocare con meno ansie difensive. Ciò non significa che non si occupi della fase di contenimento. Si pensi ad esempio alla partita contro il Sassuolo, match nel quale ha recuperato un notevole numero di palloni, sradicandoli letteralmente dai piedi dei neroverdi. Ma ciò che colpisce più di ogni altra cosa è la grinta che mette in campo, come se fosse il riflesso pratico della sua volontà di assumersi responsabilità e di servire a pieno la causa Juve per quell'ossessione dalle grandi orecchie.